Le sfide di Mediaset e Rai per la tivù europea futura

lunedì 4 agosto 2025


Quale gruppo editoriale-televisivo italiano arriverà prima alla completa trasformazione digitale? Mediaset ha presentato fin da marzo un’offerta pubblica di acquisto sulla tivù tedesca ProSiebenSat.1 Media, aggiornata nelle ultime settimane con l’obiettivo di creare un’emittente paneuropea. L’amministratore delegato di Mfe - MediaForEurope, Pier Silvio Berlusconi, è stato invitato in Germania dal ministro della Cultura Wolfram Weimer per un confronto sugli obiettivi da raggiungere. Sono in arrivo nuove regole di governance per la Rai. La maggioranza di centrodestra ha presentato in Senato il testo base di riforma, scaturito dal lavoro del comitato ristretto, per unificare 11 proposte di legge depositate al fine di adeguare le norme italiane all’European Media Freedom Act, i cui termini scadono nella prima decade di agosto. L’ipotesi riguarda l’elezione dei sei membri del Consiglio di amministrazione da parte del Parlamento – il settimo sarà eletto come ora dai dipendenti – la scelta del presidente con maggioranza qualificata nei primi tre scrutini e a maggioranza assoluta dal quarto. Le nuove sfide sono imposte dal regolamento europeo per il pluralismo e la trasparenza dell’informazione.

Verrà così eliminata per la Rai la disposizione, introdotta dal Governo Renzi, che affidava la designazione di due membri del Cda al Governo e la nomina del presidente a una maggioranza di due terzi, circostanza che da mesi blocca l’elezione di Simona Agnes. Il Consiglio resterà in carica 5 anni e non più tre, e nominerà l’amministratore delegato. Tutti i media ormai sono alle prese con il sistema digitale. Una notevole spinta alla transizione digitale l’ha fatta registrare il Gruppo Rcs, guidato da Urbano Cairo. Gli abbonati digitali sono saliti a 1,2 milioni di utenti, così specificati: 701mila per il Corriere della sera, 262mila per la Gazzetta dello sport, 170mila per El Mundo, 120mila per Expansión. In Italia gli utenti unici mensili sono cresciuti a 31 milioni, e per il Gruppo Rcs il peso del digitale sul totale della raccolta pubblicitaria ha raggiunto 170,8 milioni di euro.

L'online ha fatto crescere i ricavi a raccolta pubblicitaria anche per il Gruppo Caltagirone editore, che con Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia e Leggo ha fatto registrare un +4,5 per cento. Inoltre, i siti web hanno registrato poco più di 4 milioni di utenti. Le entrate globali dei media italiani salgono a 12 miliardi di euro, secondo i dati resi noti dal presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella. L’altra notizia confortante riguarda il fatto che televisione, radio e carta stampata restano le fonti informative ritenute più affidabili rispetto ai social network e piattaforme varie. La necessità di tutelare e salvaguardare l’informazione professionale diventa un obiettivo prioritario, di fronte all’espansione della fake news e alla accesa competizione delle Big Tech. L’iniziativa dell’ex Mediaset con la scalata sulla tivù tedesca ProSiebenSat.1 Media (ben vista anche dal Governo bavarese), il faro dell’antitrust su Meta per il nuovo aggiornamento di WhatsApp (nel mirino l’uso dell’Intelligenza artificiale), la nuova legge sulla Rai evidenziano la necessità di una profonda riflessione relativamente ad un mercato complesso, in cui "occorrono – osserva l’amministratore delegato di Viale Mazzini Giampaolo Rossi – coraggio, equilibrio e investimenti". L’offerta sta diventando sempre più ricca e plurale.


di Sergio Menicucci