Carceri: radiografia di un sistema malato

giovedì 3 luglio 2025


Solo trentasei istituti penitenziari su circa duecento sono relativamente in “regola”: suicidi (di detenuti e operatori), sovraffollamento, mancanza di personale, strutture insalubri. Una situazione che rende impossibile applicare l’articolo 27 della Costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Nelle carceri italiane, al 31 maggio 2025, sono stipati 62.761 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 51.296 posti (ai quali, però, andrebbero tolti quelli ormai inagibili: circa 4.500 secondo i calcoli di Antigone). Il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133 per cento. Si tratta appunto di un tasso di affollamento medio. Delle quasi 190 carceri italiane quelle non sovraffollate, riferisce Antigone nel suo ultimo rapporto, sono solo 36, mentre quelle con un tasso di affollamento uguale o superiore al 150 per cento sono 58. Al 30 aprile 2025 gli istituti più affollati erano: Milano San Vittore (220 per cento), Foggia (212 per cento), Lucca (205 per cento), Brescia Canton Mombello (201 per cento), Varese (196 per cento), Potenza (193 per cento), Lodi (191 per cento), Taranto (190 per cento), Milano San Vittore femminile (189 per cento), Como (188 per cento), Busto Arsizio (187 per cento), Roma Regina Coeli (187 per cento), Treviso (187 per cento).

“I detenuti con sentenza passata in giudicato, che erano il 71,7 per cento alla fine del 2023, sono saliti al 73,5 per cento alla fine del 2024. Restano comunque più di un quarto dei presenti le persone in attesa di giudizio e presunte innocenti”.

I suicidi: fra i detenuti sono stati per ora 38, stando alle statistiche di Ristretti Orizzonti. Il record è del 2024, quando i suicidi in carcere furono 91. Ma anche fra operatori penitenziari ci si toglie la vita: 3 nei primi sei mesi del 2025, riferisce Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che fornisce dei dati aggiornati anche sul personale mancante: “18mila agenti mancanti, 3.500 aggressioni all’anno subite dalla Polizia penitenziaria ormai stremata da carichi di lavoro inenarrabili e turnazioni di servizio che si protraggono anche per 26 ore ininterrotte”.

Le madri detenute: al 31 marzo erano 15 i bambini che vivevano in carcere con le loro 15 madri detenute, di cui 10 straniere: che cosa ci fanno dei bambini in carcere? Niente. Così come i malati psichiatrici. Non è il posto per loro, non dovrebbero stare lì.

Diritto all’affettività: una recente sentenza della Consulta, del 2024, sancisce l’illegittimità costituzionale del controllo visivo obbligatorio durante i colloqui con il partner. Il Dap lo scorso 11 aprile ha emanato una circolare su “Affettività e incontri intimi in carcere”. Per la prima volta “l’amministrazione penitenziaria italiana interviene in maniera esplicita e organica sul tema dell’affettività e degli incontri intimi, traducendo in prassi operative quanto affermato dalla sentenza n. 10/2024 della Corte costituzionale”, osserva Antigone.

Non mancano però i problemi: l’invito a dotarsi di spazi appositi per i colloqui intimi sembra essere una misura che rischia di scontrarsi con la realtà del sistema carcerario italiano.


di Valter Vecellio