Papa Francesco è morto

martedì 22 aprile 2025


Ieri, alle 7.35, il Santo Padre Francesco è morto nella residenza di Santa Marta in Vaticano. Dimesso lo scorso 23 marzo in seguito a un ricovero di quasi 40 giorni dovuto ad una polmonite bilaterale, il Papa ha trascorso quest’ultimo mese di vita in Vaticano, alternando il riposo e le terapie a momenti di pastorale, con visite a sorpresa nella basilica di San Pietro e a Santa Maria Maggiore. Il Giovedì Santo la visita al carcere romano di Regina Coeli, la veloce preghiera nella basilica petrina poco prima della veglia di Sabato Santo, e poi l’attesa benedizione a Roma e al mondo di Pasqua. Per un credente, sembra che il Papa abbia voluto aspettare il compimento della resurrezione per congedarsi dal mondo: dopo una quaresima e una via crucis vissute nel dolore e nella malattia, ha atteso il compimento del miracolo del sepolcro prima lasciare questa esistenza terrena.

Non ci si può avvicinare ad un momento così delicato senza “scomodare” la spiritualità. Nelle ultime settimane hanno trovato sin troppo spazio le teorie complottistiche che vedevano il Papa già morto: ricorderò queste devianze comunicative come uno dei momenti più brutti degli ultimi anni. Adesso il Papa è davvero andato dall’altra parte, e per un cattolico significa che il pastore del gregge non c’è più: inizia la sede vacante, cioè il periodo di lutto e di attesa che si concluderà con l’elezione del prossimo amministratore. Questo periodo di lutto dura nove giorni, seguono i funerali solenni (con l’inumazione nella Basilica di Santa Maria Maggiore, che Bergoglio ha scelto come luogo di sepoltura). Avranno poi inizio le congregazioni, cioè gli incontri preparativi al conclave che vedranno i porporati impegnati nell’analisi delle principali questioni e nella profilazione di una rosa di candidati.

Segue il Conclave vero e proprio, che potrebbe concludersi anche in due giorni. Questo significa che tra meno di tre settimane dovremmo avere un nuovo Papa. È difficile stabilire se sarà un pontificato di transizione (quello di Bergoglio, invece, doveva essere un pontificato di completo stravolgimento, date le condizioni difficili lasciate da Benedetto XVI) o se sarà eletto un ponteficegiovane” in grado di guidare la Chiesa per alcuni decenni e traghettarla nelle sfide future. Ci sarà tempo per pensare al prossimo Papa. Adesso la comunità dovrà elaborare la fine di un regno e pregare per il prossimo. Ci sarà anche tempo e modo per tirare le somme su questo pontificato, cercando di salvare gli aspetti positivi e riflettere sui dubbi, sugli affanni, sulle inquietudini. Quello di Papa Francesco, nato a Buenos Aires il 17 dicembre di 88 anni fa, è stato un pontificato complesso che verrà ricordato anzitutto per la comunicazione diretta, per le improvvisate tra la folla, per la semplicità nei rapporti e per le trasformazioni liturgiche (rispetto ai pontificati di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II).

Le valutazioni sul piano dogmatico e spirituale, invece, sono più complesse. Ma di spiritualità se ne parlerà sempre meno. Le testate mainstream, quando ci sarà da valutare (e giudicare) il prossimo Papa, lo faranno soltanto in merito alle posizioni del nuovo eletto su temi come il sacerdozio femminile, le vicende LGBT, l’ecologia: ci sarà poco spazio, sui giornali, per spiritualità e trascendenza. Sembra essere questa la tendenza dei prossimi anni: rimettere il secolo come baricentro del mondo, proprio nel momento in cui il mondo ha bisogno di spirito e di rinnovamento.


di Enrico Laurito