lunedì 7 aprile 2025
Tra un’intercettazione e l’altra, ad un certo punto è uscita fuori la storia di Paragon Solution, la società israeliana produttrice dello spyware Graphite tramite il quale sono state spiate una novantina di persone delle quali sette in Italia, compreso il direttore del quotidiano online Fanpage.it, Francesco Cancellato. Oltre al giornalista, “sotto scopa” sono finiti anche Luca Casarini (attivista e capomissione della Ong Mediterranea), Beppe Caccia (aramatore sempre della Mediterranea), don Mattia Ferrari (cappellano di bordo della stessa Ong) e l’attivista David Yambio. WhatsApp ha ritenuto opportuno inviare a tutte queste persone un messaggio con il quale venivano avvertite di essere state vittime di un “sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate”. Il Governo e le autorità italiane hanno negato ogni coinvolgimento in questa operazione di intercettazione; comunque, nel Paese si è accesa la spia di allarme a favore della libertà di stampa per l’intercettazione di Cancellato. E dei diritti civili. Ciò sintetizzato, ritorniamo all’inizio di questo scritto quando abbiamo accennato alle sette persone intercettate e pubblicato l’elenco dei nomi ormai noti ai più. Nella lista, però, sono menzionati cinque e non sette nomi, e ciò ad occhio avviene su tutte le testate giornalistiche. Insomma, dall’elenco dei sette obiettivi, due non ne sono stati resi noti: chi sono? Perché per loro due è stato scelto l’anonimato? Perché degli altri cinque, invece, è stata resa pubblica l’identità? Avranno anche i due ricevuto il messaggio? Oppure, più semplicemente, sono stati i cinque a chiedere volontariamente che si rendesse nota la loro identità mentre gli altri due hanno optato per la segretezza? Ai posteri.
di Gianluca Perricone