mercoledì 19 marzo 2025
Medicina a Km 0
Questa settimana Medicina a Km 0 incontra l’avvocato Gianni Dell’Aiuto, giurista d’impresa, esperto in contratti della rete e dei social e protezione dei dati.
Abbiamo continuato a parlare di pro e contro dell’Intelligenza artificiale, stavolta in chiave giuridica, indagando sulla questione etica e sulle responsabilità per una tecnologia che avanza ad un ritmo senza precedenti, per i suoi sviluppatori e per i proprietari.
Con la sua capacità di apprendere velocemente e di adattarsi, l’Ia è diventata uno strumento essenziale in diversi settori, dalla sanità alla finanza, dalla giustizia a chi scrive. Tuttavia, poiché ci stiamo affidando senza se e senza ma a queste tecnologie, dobbiamo considerare le implicazioni etiche che comportano. Trasparenza e comprensione degli algoritmi dell’Ia sono indispensabili per la sua regolamentazione. È fondamentale che sia garantito che l’Ia venga utilizzata a beneficio della società e non solo per il profitto di pochi. Recentemente sono stati effettuati degli arresti in Italia grazie ad una maxioperazione guidata dalla polizia di Stato su delega della Procura di Catania, per l’uso dell’Ia nel confezionare materiale pedopornografico.
L’entusiasmo per l’uso dell’Ia deve essere bilanciato con un utilizzo responsabile, evitando così di danneggiare la reputazione sia aziendale che delle persone, con conseguenze sociali negative importanti.
Con l’avvocato Dell’Aiuto, in uno dei passaggi della videointervista all’interno di questo articolo, ci siamo riferiti anche a fatti recentissimi, un caso di riapertura di indagini dopo quasi 20 anni, a prescindere dai dubbi o meno sulle indagini iniziali; e su un altro soggetto indagato per ”concorso” (che era stato già indagato 8 anni fa e poi archiviato), che non scagiona dunque il principale interessato. Una chiave di lettura potrebbe essere che, anche a distanza di tempo, un soggetto potrebbe essere riconosciuto colpevole e che dunque nessuno può dormire sonni tranquilli se ha compiuto un atto illecito. Ma la nuova indagine pare sia scaturita da nuove analisi sul Dna sviluppate con tecniche di ultima generazione. Ci siamo chiesti che impatto può avere l’Ia sui procedimenti giudiziari, sulle perizie o sulle ricostruzioni fotografiche.
Dell’Aiuto ha fatto presente che con l’Ia si possono ricostruire fedelmente, con il volto o la voce di ognuno di noi, delle immagini, foto o filmati, che possono porre qualcuno in un luogo specifico. Questo potrebbe mettere a repentaglio matrimoni, ma anche, perché no, la sicurezza nazionale e del mondo stesso. Confutare una situazione simile ha costi altissimi e si arriverà al punto che, secondo Dell’Aiuto, potrebbe essere necessario verificare una quantità tale di dati da non avere tempo e denaro per scagionare qualcuno.
Da tempo si parla di software per la giustizia predittiva, l’applicazione del metodo scientifico alla legge. Con l’analisi di enormi quantità di dati si possono identificare schemi e tendenze − ovviamente criminali − per cui individuare i soggetti che hanno un grande potenziale per commettere dei crimini (e quindi averne un controllo sugli stessi, o prevedere gli esiti dei procedimenti legali attraverso un calcolo probabilistico) sarebbe un gioco da ragazzi. Ma questo, intendiamoci, prima ancora che l’atto criminale sia stato compiuto. Come ci si potrà porre in certe situazioni con la necessità di avere un giusto processo, decisioni eque ed imparziali, razionali e non contestabili?
di Vanessa Seffer