Calabrese: “Trattamenti desensibilizzanti per i malati di pedopornografia” (Video)

mercoledì 12 marzo 2025


Medicina a Km 0

L’ospite di questo mercoledì a “Medicina a Km 0” è il dottor Bruno Calabrese, criminologo e psicologo forense, con il quale abbiamo affrontato il tema sulla nuova frontiera della pedopornografia con il supporto dell’Intelligenza artificiale, che sta rendendo sempre più facile la creazione di contenuti pedopornografici virtuali per tutti coloro che non sono dei maghi del pc e che già realizzavano tale materiale attraverso fotomontaggi e illustrazioni. L’avvento dell’Ia sta avendo un forte impatto nel settore, favorendo la nascita di comunità criminali e nuovi modi per fare business illecitamente. Sono nate in tutto il mondo comunità online dedicate che producono e spacciano il materiale illecito, e condividono strategie per migliorarne la qualità con gli utilizzatori.

Nei giorni scorsi, l’Europol ha supportato l’azione in 19 Paesi che ha portato a 25 arresti in tutto il mondo. L’operazione contro lo sfruttamento sessuale dei minori, denominata Operation Cumberland ‒ che prende il nome da una delle 39 contee storiche inglesi dove sono stati avviati i controlli ‒ ha reso il fatto eccezionale per la mancanza di una legislazione nazionale per contrastare l’orribile fenomeno. Anche in Italia sono stati effettuati centinaia di controlli che hanno portato a degli arresti.

Dal report del 2024 della Polizia postale si evince che sono stati trattati 3000 casi. L’età degli interessati al tema va dai 20 ai 50anni circa, di ogni fascia sociale

L’Italia è stato il primo Paese a produrre una norma penale estensiva della detenzione di materiale pedopornografico, estendendola anche ai cosiddetti deepfake, ossia i contenuti generati digitalmente. Si tratta dell’articolo 600 quater del Codice penale non condiviso da molti costituzionalisti. Il dottor Calabrese, nel video all’interno di questo articolo, ha spiegato una forma di intervento su questi soggetti “malati”, poiché hanno una vera dipendenza causata dall’abitudine di praticare visione di certi filmati, in aggiunta a varie forme di perversione.

Si tratterebbe della repressione penale dei deepfake attraverso condanne a trattamenti desensibilizzanti. Un metodo, ancora agli studi, che si attuerebbe attraverso la visione di video erotici


di Vanessa Seffer