martedì 11 marzo 2025
Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone, ha deciso di far uscire la sua nuova canzone proprio in occasione della Festa della Donna, lo scorso 8 marzo.
“L’ultimo giorno di patriarcato” è accompagnato da un cortometraggio musicale ambientato nel paesino di “San Masculo”, la sua coprotagonista è Valeria Scalera, che interpreta la moglie del povero Zalone, disperato per la fine del patriarcato messo al bando per legge.
Come era prevedibile, la sua nuova fatica artistica ha scatenato un putiferio sia a destra che a sinistra, a dimostrazione che l’ironia è superpartes e rappresenta sempre l’ancora di salvezza di chi ancora usa il cervello.
Zalone, lungi dal banalizzare il discorso sulla violenza contro le donne, riesce a mettere in risalto un aspetto che continua drammaticamente ad essere sottovalutato e sminuito: la violenza contro gli uomini.
Perché in questa sorta di corsa all’emancipazione, il movimento femminista ha perso di vista il proprio vero obiettivo: la parità di diritti. Non la cancellazione dell’uomo. E neanche far in modo che le donne abbiano tutti quei difetti che sono stati criticati agli uomini negli ultimi cinquant’anni, almeno nel mondo occidentale.
Aver ribaltato i ruoli, non solo non ha comportato la risoluzione di antichi problemi, ma ne ha creati di nuovi, alimentando un corto circuito che, al momento, appare senza via d’uscita.
E mentre il collettivo transfemminista “Non Una di Meno” ha invocato allo “sciopero dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, sciopero dai consumi e dai generi” (ma perché dovremmo privarci di fare l’amore?!), le donne che vivono davvero in paesi patriarcali come l’Afghanistan o l’Iran, continuano a non poter studiare, lavorare, avere beni ed essere economicamente indipendenti.
Fino a che tutte le donne non avranno la dignità di esseri umani in tutte le parti del mondo, fino a che ci saranno donne disposte a fare la guerra ad altre donne, fino a che non si riuscirà a valorizzare il femminile come il maschile, senza voler assoggettare né l’uno né l’altro, allora evviva la risata che strappa ineluttabilmente Zalone.
Che almeno, in cuor nostro, uno spunto di riflessione onesto lo lancia.
di Claudia Diaconale