Si alimenta sui social la “generazione maranza”

mercoledì 5 marzo 2025


Immagini di pistole di grosso calibro, indicazione delle piazze di spaccio, video delle corse notturne clandestine, web di accoltellamenti e pestaggi. Sui social imperversa uno scenario di violenza e di operazioni che dall’iniziale “movida” sono passate alle aggressioni di gruppo nei confronti dei coetanei più giovani o fragili per rapinarli o per imporgli di acquistare stupefacenti. A Roma sono stati identificati 300 ragazzi nelle zone di Testaccio, San Lorenzo, Ostiense ma anche in Piazza Santa Maria in Trastevere, a largo degli Aurunci, a centro commerciale Porta di Roma, alla fermata della metro Piramide, a Campo Boario, alla Stazione Termini, di giorno e di notte, dove imperversano furti, spaccio e bivacchi. Cosa sta succedendo? Da un’operazione nazionale condotta dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia sono emerse non solo numerose piazze di spaccio ma anche zone diventate tradizionalmente luoghi di violenze. Sui social si trova di tutto: le indicazioni di dove trovare armi, pistole, fucili, coltelli senza alcun controllo, video di rapine o furti operati solo per gusto di farli o per noia o per vendicarsi di chi è più fortunato. I social, cioè, come unico punto di riferimento, la scelta del Cap postale di quartiere per l’aggregazione serale di chi vive nelle periferie da immigrato di seconda generazione. L’altro fenomeno di identificazione sono gli accessori vistosi come catene simil oro, cinture false dei grandi marchi di moda. A Milano da novembre 2024 a gennaio 2025 alcuni episodi di violenza nella zona della Darsena sui Navigli, all’Arco della pace, in Corso Como hanno seminato il terrore: l’egiziano Ramy Elgaml è morto nella fuga del motorino guidato da un tunisino inseguito da tre pattuglie di Carabinieri, un gruppo di ragazze è stato accerchiato e aggredite a Capodanno, un ragazzo è stato accoltellato da un branco durante il tentativo di una rapina, da Napoli a Roma invece la baby paranza per truffare gli anziani. Ecco la generazione dei “maranza”: ragazzi, ma anche qualche ragazza, che appartengono a gruppi che ostentano modi violenti, usano un linguaggio volgare e aggressivo. Si tratta di un’etimologia incerta.

Negli ultimi anni il termine “maranza” si è diffuso tra i giovani attraverso i social network come TikTok, accumulati dagli stessi stile di vita, di abbigliamento (abiti però griffati contraffatti), di gusti musicali (trap). È a partire dal 2019 che il sostantivo ha cambiato denotazione nell’uso delle nuove generazioni. Il fenomeno “maranza” è stato portato all’attenzione del grande pubblico e dei media a partire dall’estate del 2022 quando si tennero alcuni raduni sulla spiaggia di Riccione e a Peschiera del Garda con maxi rissa tra migliaia di giovani. La parola “maranza” risale a molto tempo indietro, facendo parte dello slang giovanile milanese. Le loro azioni vandaliche hanno lo scopo di causare scompiglio e paura tra i cittadini. Sono i tamarri dai capelli arruffati, tuta in acetato di marca contraffatta, borsello a tracolla, maglietta della squadra di calcio. Qualche osservatore richiama il brano del 1988 di Jovanotti Il capo della banda che recita: “Mi chiamo Jovanotti e sono in questo ambiente di matti di maranza e di malati di mente, fissati con le moto e coi vestiti americani, facciamo tutto ora o al massimo domani”. La velocità dei tempi moderni ha fatto esplodere un fenomeno sociale che partito dai social si è diffuso tra le polemiche di chi li teme e chi li prende in giro ironicamente.


di Sergio Menicucci