Fenomenologia ed esegesi di Angelo Duro

giovedì 16 gennaio 2025


L’ormai collaudato personaggio inventato da Angelo Duro è un manifesto esistenziale più che politico. Ed è assai profondo. Immaginate una persona che in società dice cose sensate e logiche e altre paradossali e provocatorie in senso maieutico senza trattenere i propri sentimenti.
Ma neanche i risentimenti. I giudizi e i pregiudizi. Il desiderio di vendetta psicologica e anche vera e propria. Immaginate tutto questo e anche molto altro. Ad esempio, i giochi logici con alcune frasi stereotipate di oggi. Beh, forse io sarò un fan cieco “dell’angelodurismo” ma dopo avere visto “Io sono la fine del mondo” non temo smentite nel profetizzare che dobbiamo fare i conti con un fenomeno che merita anche un’ esegesi e un’analisi semantica.

L’avvento di Angelo Duro nel mondo dello spettacolo e nelle sue suburre economiche va paragonato all’esplodere di Giorgio Chinaglia nel gioco del calcio. Nel 1970. Un’irruenza geniale.

Ma mentre Giorgione si limitò a segnare da esordiente al grande Cudicini contro il Milan di Nereo Rocco e Rivera a Roma facendo vincere i biancazzurri all’ultimo momento inserendosi in un maldestro passaggio indietro di Rosato al portiere, e all’epoca si poteva anche prendere la palla con le mani, Angelo Duro ha semplicemente sbancato il botteghino del cinema italiano senza che nessuno credesse in lui.
Per di più rapportandosi con terrorizzati distributori e pubblicitari tv. Terrorizzati di potersi “sporcare le mani” con qualcosa apparentemente poco digeribile tra i fautori del politically correct e dell’inclusione per conto terzi. Ma al contempo attirati dal frutto proibito della novità e del possibilissimo vantaggio economico.

Così come tutti i talenti innati e in parte inconsapevoli Angelo Duro ha dovuto autogestirsi e fare da solo. Semplicemente trascinato al cinema i numerosi e cosmopoliti fans conquistati su You Tube e al teatro. Una formula nuova per l’aiuto dei social e vecchia allo stesso momento. Vecchia perché la userebbero oggi se fossero vivi persino De Sica, Vittorio ovviamente, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi.

You Tube è praticamente l’inventore dell’one man show di oggi. E cavolo se funziona.

Ora Angelo Duro ha dovuto per forza esordire al cinema per marcare un nuovo – per lui – territorio. Ma c’è da dubitarne che lo scelga come futuro campo di gioco. Perché il rischio di finire in breve inflazionato e poi imbottigliato in un sistema che non è il suo può essere fatale. Meglio continuare a giocare su più tavoli e imporre subliminalmente l’Angelo Duro pensiero urbi et orbi. Perché il pensiero che si intravede alla fine è più innovativo che cattivo come appare. Il messaggio di Angelo Duro è semplice: dite sempre la verità anche se fa male. Specie se fa male agli altri.


di Dimitri Buffa