Zuppi, Bergoglio e il “mai estinto seme dell’antisemitismo”

mercoledì 15 gennaio 2025


L’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, dice che “non c’è giustificazione per qualsiasi violenza e condanniamo l’inaccettabile e mai estinto seme dell’antisemitismo. E condanniamo con fermezza la violenza contro le forze dell’ordine. Ci auguriamo che, straziati dal dolore per tutte le vittime, per i bambini e per ogni innocente che muore, tutti si impegnino per la liberazione degli ostaggi, a porre fine alle ostilità, e disarmino il cuore dell’uomo dall’odio e dalla violenza, e che il dialogo prenda il posto della guerra e di ogni forma di violenza”. Parole sagge e giuste. Vengono dal “pastore” di quella città dove nei giorni scorsi è accaduto quello che è accaduto. Si condanna il “mai estinto seme dell’antisemitismo”. “Mai estinto”. Dovrebbe far riflettere quel “mai estinto”, che affonda a tanto prima dell’orrore terrificante concepito e praticato dai nazisti e dai loro complici, attivi o indifferenti che siano stati. In automatico, il pensiero corre ai “pensieri” espressi dall’attuale pontefice. Quel colloquio poi reso pubblico, con autorità religiose iraniane in visita in Vaticano. In quell’occasione Papa Bergoglio, tra le molte cose discutibili, ha assicurato che comunque “non c’erano problemi con gli ebrei”. Negazione che per il solo essere stata fatta diventa il suo contrario: ammissione che problemi ce ne sono, eccome. Come testimonia il gelo che ne è subito seguito. C’è da augurarsi che quel “mai” di Zuppi diventi inizio di un primo “ponte”.


di Valter Vecellio