Cambio al vertice Cisl: è donna il dopo Sbarra

mercoledì 15 gennaio 2025


Cambio al vertice della Cisl. Tra un mese, al termine della stagione precongressuale, tornerà a capo della Confederazione di via Po una donna. Si tratta della pugliese Daniela Fumarola che prenderà il posto del calabrese Luigi Sbarra il quale, compiendo 65 anni ed avendo fatto due mandati, per statuto non può più essere rieletto. Prima di Sbarra la segretaria generale era stata Annamaria Furlan, la quale aveva caratterizzato la sua esperienza sindacale soprattutto nel campo del pubblico.

La scelta del Consiglio generale della Confederazione è scontata sia per il ruolo di vice che la Fumarola ricopre da un anno sia per la continuità dell’inizio dell’attività sindacale di Sbarra e Fumarola: la difesa dei braccianti agricoli soprattutto del Meridione con la Fisba e dei lavoratori del settore alimentare con la Fai.

Esperienza e competenza in funzione delle sfide dei prossimi impegnativi anni in cui il sindacalismo italiano dovrà ritrovare incisività, pragmatismo e autonomia dalla politica e dall’eccessivo potere del periodo Settanta-Novanta all’appannamento del duemila a causa di iniziative ideologiche, tanto che in non poche occasioni le posizioni della Cisl si sono differenziate da quelle della Cgil di Maurizio Landini e della Uil di Pierpaolo Bombardieri.

Luigi Sbarra lascia una Cisl “contrattualista e autonoma”, con oltre 4 milioni di tesserati. Il sindacato si appresta, aggiunge, a veder concretizzato un obiettivo storico: quello della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Un argomento spesso criticato e ostacolato dagli ambienti della sinistra cresciuti all’insegna della lotta di classe e che invece è realizzato in molte imprese della Germania. Il sindacato ha anche un ruolo di rilievo negli Stati Uniti sia per la gestione del Fondo pensioni sia per i rapporti consultivi all’interno delle aziende.

Il Congresso Cisl si terrà a luglio 2025 e nel frattempo Sbarra sta preparando la successione di una “Confederazione unita, rispettata da tutti gli interlocutori istituzionali e dalle altre associazioni, in grande crescita nei luoghi di lavoro, privati e pubblici, capace di fare scelte ‘impopuliste’ ma coraggiose”.

Rientra in questo ambito la scelta di non scioperare, come voluto dalla Cgil e Uil, contro la manovra di bilancio. Il ragionamento di Luigi Sbarra è stato quello di “essere riusciti a difendere le conquiste ottenute negli ultimi tempi e fatto passi avanti considerando che più di due terzi delle risorse stanziate vanno a favore di lavoratori e pensionati, anche in presenza dei paletti del Patto europeo”.

Il quadro economico italiano che verrà presentato al Congresso registra un tasso di disoccupazione sceso al 5,7 per cento, il più basso dal 2004 con 24 milioni e 65 mila occupati a novembre 2024, un incremento di un milione e mezzo di lavoratori a tempo indeterminato grazie alla contrattazione, un’inflazione all’1 per cento. Per il 2025 pesa, comunque, l’incognita del prezzo del gas, ora salito a circa 50 euro al megawattora, che potrebbe spingere l’inflazione oltre il due per cento.

L’obiettivo del sindacato è quello che il governo e Parlamento spendano bene e senza ritardi al fine di far crescere l’economia ad un ritmo sostenuto. Il maxi-programma Ue per sostenere la ripresa post-pandemia scade il 30 giugno 2026. L’Italia da Pnrr beneficia di 194,4 miliardi di euro, più dei 163 miliardi della Spagna. Le proiezioni della Bce danno all’1,5-1,9 per cento l’incremento del Pil derivante dai fondi. Roma a dicembre ha inviato a Bruxelles la domanda per la settima trance da 18 miliardi.

Luigi Sbarra lascia la Cisl fiducioso: siamo vicini alla svolta.


di Sergio Menicucci