lunedì 13 gennaio 2025
I fuochi artificiali sono da sempre protagonisti di celebrazioni e festività in tutto il mondo, soprattutto nel periodo natalizio. Tuttavia, il loro utilizzo comporta un impatto ambientale significativo e spesso trascurato. L’inquinamento atmosferico, acustico e i danni alla fauna sono solo alcune delle conseguenze di questo spettacolo pirotecnico.
In primo luogo, la combustione dei fuochi artificiali rilascia nell’atmosfera sostanze inquinanti come le polveri sottili. Questi elementi, noti anche come “particolato”, sono costituiti da un insieme di sostanze di diverse dimensioni che possono rimanere sospese in aria anche fino ad un mese e contribuiscono a deteriorare la qualità dell’aria, aggravando problematiche respiratorie e cardiovascolari, soprattutto nelle popolazioni vulnerabili. Durante eventi di grande portata, come il Capodanno, le concentrazioni di inquinanti possono aumentare drasticamente, superando i limiti raccomandati. Basti pensare che l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania ha registrato, nella notte di San Silvestro a Napoli, una quantità di polveri sottili ben 21 volte superiore alla media. I fuochi d’artificio rilasciano anche una grande quantità di altri inquinanti atmosferici, in particolare anidride solforosa, anidride carbonica e monossido di carbonio e i metalli pesanti come piombo e mercurio (contenuti nei fuochi d’artificio illegali).
In secondo luogo, il rumore prodotto dai fuochi artificiali rappresenta un’altra grave forma di inquinamento. I forti scoppi (il rumore dei fuochi d’artificio può raggiungere i 150 decibel) possono causare stress acuto negli animali domestici e selvatici, disturbando i loro comportamenti naturali. Uccelli e mammiferi possono essere spaventati e disorientati, modificando le loro abitudini di alimentazione e riproduzione. Ma non è meno importante l’udito delle persone, con rischi elevati per le stesse.
Infine, è importante considerare l’impatto dei residui dei fuochi artificiali sull’ambiente. I materiali utilizzati per la loro produzione, spesso non biodegradabili, possono contaminare il suolo e le acque, causando danni agli ecosistemi locali. La plastica e altri rifiuti generati possono impiegare anni a degradarsi, rappresentando una minaccia per la fauna selvatica. In risposta a queste problematiche, molte città ricorrono sempre meno ai fuochi d’artificio, adottando soluzioni alternative più sostenibili. Ad esempio, in Canada, nella città di Vancouver, le grandi occasioni si celebrano con spettacolari proiezioni di luci sui monumenti, utilizzando tecnologie a basso consumo energetico che riducono al minimo l’inquinamento atmosferico e acustico. Oppure, nella città di San Francisco, si utilizzano i droni per creare spettacolari coreografie luminose nel cielo, droni che risultano anche più economici rispetto ai fuochi d’artificio tradizionali.
Quindi, se da un lato i fuochi artificiali possono abbellire le nostre celebrazioni, è fondamentale riflettere sull’impatto che hanno sul pianeta. La consapevolezza e l’adozione di pratiche più ecologiche e più sicure possono contribuire a preservare l’ambiente che ci circonda, mirando, inoltre, a tutelare le generazioni future. Su quest’ultimo punto, ricordiamoci sempre che, ogni anno, il bilancio dei feriti (e dei morti) riconducibile ai fuochi artificiali (anche ad uso personale e illegale) è sempre sconvolgente. Secondo i dati del Capodanno 2025, elaborati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, quest’anno non si sono registrati, fortunatamente, decessi. Ma il dato complessivo relativo ai feriti è di 310 (il numero più alto negli ultimi dieci anni). Tra questi, tanti sono giovani e bambini che subiscono gravi traumi, come la perdita della vista e degli arti. Insomma, di fronte a queste evidenze, noi ci chiediamo se valga la pena festeggiare in tal modo.
(*) Presidente di Ripensiamo Roma
di Donato Bonanni (*)