Il fenomeno Hikikomori: un’analisi multidisciplinare

giovedì 19 dicembre 2024


Il fenomeno degli hikikomori è un tema di grande rilevanza sociale e psicologica, la cui portata ha varcato i confini del Giappone per emergere anche in altri paesi, come l’Italia. La parola “hikikomori”, che letteralmente significa “stare in disparte”, descrive un comportamento di isolamento volontario che colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti, i quali scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, spesso confinandosi in casa per periodi prolungati. Questo fenomeno, pur essendo nato in Giappone alla fine degli anni ‘90, sta ora assumendo una dimensione globale, sollevando questioni sul piano sociale, psicologico, giuridico e filosofico.

Il profilo psicologico degli hikikomori

Dal punto di vista psicologico, gli hikikomori si caratterizzano per un ritiro prolungato dalla vita sociale, scolastica o lavorativa, che si protrae per almeno sei mesi. Questo isolamento si manifesta spesso con l’interruzione dei rapporti interpersonali, esclusi quelli con i familiari stretti. Sebbene gli hikikomori mantengano contatti minimi con il mondo esterno, questi sono generalmente mediati dall’uso di internet, che diventa il principale canale di comunicazione.

Le cause: una prospettiva multidisciplinare

Diversi fattori contribuiscono all’insorgere di questo comportamento, e la letteratura suggerisce un approccio multifattoriale. Psicologicamente, la sindrome degli hikikomori è spesso associata a disturbi d’ansia, depressione, fobie sociali, o a una forma di rifiuto della società derivante da traumi. Sociologicamente, l’ambiente familiare e il contesto sociale svolgono un ruolo cruciale: gli hikikomori tendono a provenire da famiglie con alte aspettative, dove spesso la pressione scolastica o lavorativa è particolarmente accentuata. Inoltre, il bullismo, la sopraffazione e la difficoltà nel soddisfare le aspettative altrui sono spesso citati come cause scatenanti.

Il fenomeno in Giappone e in Italia

In Giappone, il fenomeno è stato osservato a partire dagli anni ‘90 e ha raggiunto dimensioni notevoli, con centinaia di migliaia di casi. Le istituzioni giapponesi hanno riconosciuto l’importanza di affrontare la questione pubblicando linee guida per identificare e trattare il fenomeno. In Italia, il fenomeno ha iniziato a ricevere attenzione negli ultimi anni. Secondo i dati di Hikikomori Italia, sono circa 100.000 i casi stimati nel nostro paese, con una forte prevalenza nei giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni.

Un approccio giuridico e filosofico all’hikikomori

Dal punto di vista giuridico, l’isolamento sociale volontario solleva domande legate ai diritti individuali e alla responsabilità delle istituzioni. In che misura lo Stato deve intervenire per tutelare il benessere psicologico e sociale dei giovani che scelgono di ritirarsi dalla vita pubblica? Si tratta di una questione complessa, che coinvolge principi di autodeterminazione e protezione, dove il ruolo delle istituzioni scolastiche, sanitarie e sociali deve essere attentamente bilanciato.

Filosoficamente, il comportamento degli hikikomori può essere interpretato come una reazione estrema alla pressione sociale. In una società caratterizzata da competizione, aspettative elevate e una forte enfasi sulla realizzazione individuale, il rifiuto di partecipare a questo gioco può essere visto come un atto di resistenza passiva. L’hikikomori, isolandosi, rifiuta il modello di “successo” imposto dalla società e sceglie un’esistenza più autonoma, pur a costo di gravi sofferenze psicologiche.

Il ruolo della scuola e della famiglia

Le istituzioni educative rappresentano il primo fronte dove il fenomeno può essere intercettato e affrontato. Gli insegnanti e gli operatori scolastici hanno il compito di individuare i primi segnali di disagio e intervenire tempestivamente, evitando di ridurre il fenomeno a mere questioni comportamentali. Anche la famiglia svolge un ruolo cruciale: è fondamentale creare un ambiente di dialogo e ascolto, incoraggiando l’apertura verso il mondo esterno senza sottovalutare le difficoltà che il giovane sta vivendo.

Conclusione

Il fenomeno degli hikikomori richiede un approccio integrato, che tenga conto dei diversi fattori individuali, familiari e sociali coinvolti. La risposta deve essere multidisciplinare, coinvolgendo psicologi, educatori, giuristi e filosofi, con l’obiettivo di comprendere le radici profonde di questo comportamento e trovare soluzioni efficaci per prevenirlo e trattarlo. Il percorso di reinserimento sociale degli hikikomori è lungo e complesso, ma con il giusto sostegno è possibile superare l’isolamento e recuperare una vita piena di relazioni e opportunità.

(*) Tratto dal Centro Studi Rosario Livatino


di Daniele Onori (*)