martedì 10 dicembre 2024
Giorni fa un incidente. Non so neppure come e perché mi sono trovato a terra come un salame. Riuscire a inciampare nell’aria senza neppure un capogiro non è da tutti, ma ci sono riuscito. Per fortuna nulla di rotto, ma i muscoli del braccio sinistro sì. Ora la situazione si va normalizzando, il braccio duole solo se faccio movimenti bruschi, insomma i muscoli se la prendono comoda. Quando vaghi tra letto e divano e ti stufi di vedere una tivù che va condannata a ogni pena possibile per la sua imbecillità e il suo pensare di aver utenti cretini, che fai? Pensi. A partire da quel dolorino alla spalla che ti ricorda che sei fortunato: sei “disabile”, ma a tempo. Ma, anche se a tempo, hai dei disagi. Puoi lasciare che la barba cresca, ma ti vorrai lavare, pulire, quelle piccole cose che fai quasi in automatico e che ora fai misurando bene movimenti e relative energie... E si parla di piccole cose come mettersi una camicia pulita. Ti rendi conto allora come siano eroi infermiere e infermieri dei Pronto soccorso e delle case di cura, quando letteralmente ti smerdano...
Andiamo alle altre cose: provate a salire su un autobus, quelli nuovi, belli, orgogliosamente ibridi. Mettetevi nei panni di una persona di 70 anni. Se pur a fatica sale, dentro è un percorso di guerra. Chi sarà quel cretino che li progetta, quell’imbecille che li collauda? Andate per strada. Marciapiedi sconnessi, buche che sono canyon, chi va a prendere una boccata d’aria incollato a una carrozzella con badante deve fare slalom tra merde di cane, immondizie, auto e motorini parcheggiati selvaggiamente... E poi gradini, scale, ascensori rotti, tapis roulant bloccati.
Le grandi città sono nemiche degli anziani e dei disabili. I grandi archistar e i riveriti progettisti, si guardano l’ombelico. Progettano le città del futuro ma ignorano i problemi concreti del cittadino dell’oggi. Si occupano di quello che per loro è “bello”, ignorano o negano quello che per tutti è pratico. Ipotizzatela pure la casa robotica che si può permettere solo un miliardario. Ma quando un chip va in tilt e tutto si blocca e sei al decimo piano? Scappi allora nei borghi? È roba per giovani, con fiato e buone gambe. Vi racconterò un giorno le belle esperienze a Spoleto, Cetona, Todi, nei borghi di Toscana, Umbria, Calabria, Sicilia...
No, cari: le “grandi opere” sono soprattutto la cura del debole e dell’inerme. Il guaio di questa classe politica, tutta (e di noi che la patiamo): guardateli, ridono o sorridono sempre. Non sono capaci di piangere. Come un Alcide De Gasperi, quando a Matera vide come viveva la gente nei famosi “sassi”.
di Valter Vecellio