Rapporto Censis, ceto medio in affanno

venerdì 6 dicembre 2024


La crisi del ceto medio in Italia è ormai un problema sotto gli occhi di tutti. Le difficoltà economiche e sociali hanno incrinato la fiducia nei valori che per decenni hanno unito il Paese: democrazia, partecipazione, europeismo. Il 58° rapporto Censis “La società italiana al 2024” descrive un’Italia disillusa, incapace di rilanciarsi. Un dato su tutti parla chiaro: alle Elezioni europee del 2024, l’astensione ha toccato il 51,7 per cento, un record assoluto nella storia repubblicana, lontanissimo dal 14,3 per cento delle prime elezioni del 1979. Metà dei cittadini dello stivale ha deciso di non scendere in campo, rinunciando a far valere la propria voce. Ma la sfiducia non si ferma alle urne. L’84,4 per cento degli italiani crede che i politici giochino solo per sé stessi, e il 68,5 per cento pensa che le democrazie occidentali abbiano perso la bussola. Anche l’Unione europea, un tempo vista come un player affidabile, oggi viene percepita come un “guscio vuoto”, senza strategie vincenti. E cresce l’antioccidentalismo: il 70,8 per cento degli italiani vede nell’Occidente il principale colpevole dei problemi globali, mentre la Cina e l’India sono considerate le nuove stelle pronte a dominare la scena mondiale.

Gli italiani, in questo momento, sembrano spettatori di una partita in cui vedono solo minacce. Per il 49,6 per cento, il cambiamento climatico e i disastri ambientali sono il vero avversario da temere. Il 46 per cento teme che la guerra in Medio Oriente possa riscrivere le regole della geopolitica, e il 45,7 per cento guarda con preoccupazione ai rischi di una crisi economica globale. Altri sono preoccupati per la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina (31 per cento) o per le migrazioni internazionali (35,7 per cento). In questa situazione, agli italiani servirebbe una personalità capace di fare ordine.

L’istituto di ricerca socio-economica chiama questa situazione una “sindrome italiana”, un blocco mentale da cui è difficile uscire. “Ci siamo risvegliati dall’illusione che il destino dell’Occidente fosse di farsi mondo”, si legge nel rapporto. Oggi viviamo in un mondo carico di tensioni, dove nessuno sembra capace di trovare la quadra per, non dico risolvere, ma almeno impugnare i problemi economici del ceto medio. E i numeri lo confermano: dal 2003 al 2023, il reddito disponibile pro-capite delle famiglie italiane è sceso del 7 per cento. Anche la ricchezza netta delle famiglie si è ridotta del 5,5 per cento in 10 anni. Questa crisi, però, non riguarda solo i soldi. È una crisi di motivazione, di spirito. Per l’Istituto, sempre più cittadini si ritirano dalla vita pubblica, rinunciando a giocare la loro parte. L’astensionismo record alle Europee ne è il segno più evidente.


di Redazione