lunedì 25 novembre 2024
Conosco da molto tempo Claudia Toti Lombardozzi, ed apprezzo la sua tenacia nell’aver raccolto l’eredità spirituale lasciata da Enrico Toti a tutti gli italiani. Un valore, quello della difesa dell’Italia, forse oggi non compreso dalla gente e spesso osteggiato dalla vulgata gradita a giornaloni e tivù generaliste. Ma nella serata di sabato scorso, 23 novembre, a Roma presso il Circolo degli Ufficiali Pio IX, è parso ai presenti di rivivere lo spirito che spingeva Achille Beltrame a disegnare la leggendaria copertina della Domenica del Corriere: ritraeva Enrico Toti in piedi tra le truppe italiane, nell’atto di scagliare la stampella contro gli austriaci, veniva colpito e moriva assurgendo a simbolo dell’eroismo militare nazionale.
Claudia Toti ha concentrato tutte le energie per costruire l’associazione dedicata ad Enrico, che quest’anno ha celebrato la settima edizione dell’omonimo premio. Ogni anno premia gli italiani che, nonostante le avversità della vita, hanno continuato a combattere credendo in un futuro migliore per i propri cari e per l’Italia. Un senso di comunità, di patria e di positività del lavoro che resiste a tutte le forze contrarie che, quotidianamente, ci spingono all’avversione ad operare: quella cultura dell’accidia che vorrebbe tutti si fosse animati da avversione all’agire mista a noia, da quell’indifferenza e pigrizia celebrata da certi come salvifica e “green”.
Forse proprio per scongiurare la cultura dell’operosità che certi vorrebbero togliere la Divina Commedia dalla formazione scolastica: Dante faceva scontare agli accidiosi le pene del Purgatorio costringendoli a camminare continuamente in acque melmose, perché colpevoli di scarso amore per il bene proprio e comune; sepolti in quell’acqua torbida perché in vita non avevano saputo apprezzare l’operosità, ma solo covare rancori ed insano senso di rivalsa.
Invece Claudia ha in comune con Enrico Toti la gioia del fare, soprattutto riconoscere nel proprio prossimo il senso gioioso della vita, che non va sprecata nel disimpegno.
Protagonisti dell’edizione 2024 del premio “Enrico Toti” sono stati per l’arte militare il generale di Corpo d’Armata Andrea De Gennaro (comandante generale della Guardia di Finanza), per arte e spettacolo italiani Pippo Franco, per lo sport Martina Caironi (oro nei 100 metri ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, azzurra paralimpica con più medaglie nella storia dello sport), per ingegno e inventiva Tommaso Caligari che ancora studente ha ideato come scoprire i segni precoci del morbo di Parkinson, e per viaggi ed esplorazioni l’architetto Luca Paiardi campione di wheelchair tennis e musicista.
Claudia Toti ha voluto premiare queste personalità perché coraggiosamente hanno sempre continuato ad operare nei loro campi nonostante le avversità della vita. Soprattutto la Guardia di Finanza, che quest’anno celebra duecentocinquant’anni di vita, è stata la prima a credere negli atleti paralimpici.
Obiettivo principe dell’Associazione Enrico Toti è sensibilizzare i cittadini e soprattutto le nuove generazioni sull’importanza del nostro patrimonio nazionale, difendendolo coniugando le tradizioni italiane con le opportunità offerte dall’innovazione. L’Associazione promuove scambi culturali con l’estero, soprattutto in campo medico; infatti, attraverso l’Associazione Kim Ets dal 1997 garantisce il diritto alla salute ai bambini gravemente malati ed in difficoltà, facendoli venire a Roma, accogliendoli in completa gratuità nei migliori ospedali. Più di 900 bambini provenienti da 60 paesi del mondo sono stati curati da questa sinergia associativa. I ricoveri presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sono un valido esempio dell’impegno.
Claudia e la sorella Livia Toti hanno tanto lavorato e propagandato l’evento. Si sono esibiti per la serata il quintetto di ottoni della Banda della Guardia di Finanza, il soprano Yulia Merkudinova, il tenore Simone Fenotti e la pianista Zenoviia-Anna Danchak, il tutto presentato dall’attore Giorgio Borghetti che ha accompagnato i ricordi della vita di Enrico Toti. Livia Toti ci ha raccontato come Enrico vivesse da artista, inventore e patriota: mettendo tutte le esperienze insieme, nel più leonardesco dei significati, come solo un italiano sa fare. Monito perché il primato dell’industria e dell’operosità italiana torni a vivere senza limiti ed ostacoli.
di Ruggiero Capone