venerdì 8 novembre 2024
Più di 500 cavalli potrebbero rimanere senza casa. Ma anche i 103 lavoratori dell’Ippodromo Capannelle di Roma sono a serio rischio, visto che lo storico impianto della Capitale legato alle scommesse dei cavalli potrebbe chiudere per sempre dal prossimo 31 dicembre. Qui sono nati i personaggi di Mandrake, Er Pomata e Felice Roversi, protagonisti della celebre commedia di Steno Vanzina, Febbre da Cavallo. Il Comune, nel 2017, durante l’amministrazione di Virginia Raggi, ha chiesto di riprendere possesso dell’impianto sull’Appia nuova. Ora con Roberto Gualtieri, le cose non sono cambiate. Il gestore Hippogroup, che amministra vari impianti e sale da gioco, ha una concessione scaduta dal 2016, e al momento si trova in un contenzioso con l’amministrazione comunale, che durante l’egida dei pentastellati ha fatto passare l’affitto da 66mila euro a 2,5 milioni. Un po’ troppo per una società che in un anno fattura circa 7 milioni di euro. Per questo motivo, la manifestazione d’interesse e la il successivo bando messi in atto dalla Giunta non hanno riscontrato successo, andando addirittura deserti.
Della faccenda se ne sta occupando, oltre il sindaco Gualtieri, anche il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. A intervenire è stato direttamente il ministro Francesco Lollobrigida, da Fieracavalli a Verona. Capannelle è “un ippodromo centrale e strategico, e siamo molto preoccupati per i lavoratori e per coloro che vi operano. Tuttavia, il Comune deve assumersi le sue responsabilità: a oggi non abbiamo la certificazione di un affidamento che ci metta in condizione di essere sereni sullo svolgimento delle attività ippiche all’interno di questo ippodromo. Si tratta di una questione grave, e ovviamente siamo disponibili a collaborare, ma ciascuno deve rispettare le proprie competenze. Il Comune ha le sue responsabilità, su cui non possiamo né vogliamo intervenire”, ha spiegato il ministro. Che ha aggiunto: “Ho scritto più volte al sindaco Gualtieri senza ottenere risposta, pur segnalando l’urgenza della questione. Mi auguro che il sindaco intervenga e regolarizzi la situazione di uno degli ippodromi più importanti d’Europa, permettendoci di rafforzare e valorizzare l’attività ippica”.
150 giornate di corse l’anno, per un giro di scommesse pari a 20 milioni di euro, di cui 1,6 milioni finiscono puliti puliti nelle casse dello Stato. “Chiudere Capannelle vuol dire regalare l’ennesima figuraccia internazionale alla Capitale con la perdita dei grandi eventi dell’ippica e la compromissione di tutti gli storici eventi dell’estate romana”, ha scritto in una nota il consigliere capitolino della Lega, Fabrizio Santori. che aggiunge: “Abbandonare uno dei simboli della città sarebbe un atto scellerato: il Campidoglio, dopo aver ricevuto uno schiaffo anche dal Tar, si attivi e faccia la sua parte per evitare l’ennesimo scempio di una città abbandonata”.
di Redazione