Prevenzione uroandrologica fin da giovanissimi

giovedì 31 ottobre 2024


La mission del dottor Marco Serrao

La prevenzione dei tumori maschili, soprattutto nei giovani, è spesso trascurata, ma riveste un’importanza cruciale per garantire diagnosi precoci e un esito positivo nella terapia. Negli ultimi decenni si è osservato un aumento delle diagnosi di tumori tra gli adolescenti e i giovani maschi. Questo fatto sottolinea l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce in questa fascia di età. Ne parliamo con il dottor Marco Serrao, urologo, ricercatore e presidente della Fondazione Totò Morgana, attraverso la quale svolge attività benefica didattica e di prevenzione nelle scuole e nelle carceri minorili.

Marco Serrao, primario di Urologia presso la clinica calabrese Tirrenia Hospital, studio medico a Catania, Presidente della Fondazione Totò Morgana: una vita dedicata alla prevenzione e alla ricerca, soprattutto rivolta ai giovani e giovanissimi. Qual è la mission della sua attività medica e benefica?

La Fondazione Totò Morgana nasce con lo scopo di promuovere la cultura della prevenzione uroandrologica. La fascia di età adolescenziale è quella oggetto di maggiore attenzione per diversi ordini ragioni. Gli adolescenti, una volta terminata l’assistenza pediatrica all’età di 14 anni, cessano di essere sottoposti a qualsivoglia controllo medico e spesso diventano giovani adulti nei quali si sviluppano patologie impattanti sulla salute urinaria, sessuale e riproduttiva. È chiaro che l’assenza, talvolta totale, di controlli, è la madre di tali patologie che, tra l’altro, registrano il picco di incidenza proprio in età adolescenziale. La Fondazione, dunque, diffonde la conoscenza dell’apparato urologico maschile e femminile e promuove presso le giovani generazioni corretti stili di vita la cui inosservanza è alla base dell’insorgenza delle patologie inerenti all’apparato urologico e non solo. La Fondazione nasce con lo scopo di divulgare la prevenzione uroandrologica e, contestualmente, con finalità benefiche. È, infatti, l’unica Fondazione in Italia ad occuparsi congiuntamente di solidarietà e prevenzione. Essa supporta i giovani nel percorso di formazione ed istruzione mediante l’erogazione di borse di studio, li accompagna nell’inserimento nel mondo del lavoro; sostiene le ragazze madri nel percorso di crescita dei figli e, in generale, è aperta all’accoglimento delle istanze di aiuto provenienti da chiunque ne abbia bisogno. La Fondazione è un cuore grande al servizio del prossimo.

L’attività d’informazione e di prevenzione si sviluppa principalmente nelle scuole, che clima trova solitamente tra questi ragazzi con cui lei parla di problematiche spesso legate all’apparato uro-genitale? Sono ricettivi, s’informano o ritengono che sia una cosa di cui occuparsi “da grandi”?

L’incontro con i ragazzi è sempre molto emozionante. In apertura degli incontri nelle scuole nei loro occhi si palesano perplessità, senso di inadeguatezza, difficoltà ad aprirsi alla tematica. È come se l’oggetto della trattazione fosse qualcosa di lontano dalla loro quotidianità o di troppo intimo da poter essere condiviso. Tuttavia, al termine della relazione/dibattito, si mostrano sollevati dalle conoscenze e dalle consapevolezze acquisite. L’obiettivo della Fondazione è anche quello di abbattere i tabù che ruotano attorno alla sfera urologica e andrologica per favorire una maggiore attenzione ed un diffuso benessere presso la popolazione.

Lei offre consulenza e prevenzione gratuite anche nelle carceri minorili, che ragazzi trova “lì dentro”?

Trovo ragazzi feriti da esperienze forti ed è tangibile il desiderio di riscatto che li anima. Essi accolgono la Fondazione come un dono che segna la via della loro rinascita.

Perché è così importante controllare e monitorare l’apparato uro-genitale fin da giovani? Ci sono rischi elevati di tumore fin dalla più giovane età? I dati statistici di cui Lei è in possesso cosa ci mostrano? Che tipo di prevenzione consiglierebbe a tutti gli uomini fin dalla più giovane età?

Il tumore al testicolo ha il suo picco di incidenza dai 13-14 anni fino ai 35. È abbastanza raro che venga riscontrato intorno ai 40 anni. Ai ragazzi io consiglio due visite andrologiche dai 14 ai 18 anni e l’esecuzione dello spermiogramma. Anche le donne hanno un pavimento pelvico ed un apparato urinario e, pertanto, la figura dell’urologo non è di esclusiva pertinenza dell’universo maschile. È importante che esse conoscano i fattori di rischio quali fumo, droghe, alcolici, doping che possono incidere sulle patologie oncologiche della giovane quali i tumori ovarici o uterini, anche se non sono tipici delle giovanissime, ma soprattutto possono incidere sulla loro fertilità. Pertanto, la conoscenza anatomica e funzionale dell’apparato urinario e del pavimento pelvico, insieme con l’allontanamento dai fattori di rischio, consente loro di avere una possibilità in più di prevenire le patologie oncologiche e l’infertilità, nonché le patologie urologiche femminili quali cistiti, prolassi e incontinenze.

Per dar seguito alla sua attività benefica è nata la fondazione “Totò Morgana”, di cui Lei è presidente. Proprio nei giorni scorsi la fondazione ha partecipato al Columbus Day di New York e in tale occasione ha conferito il premio “La spiga d’oro” ad insigni personalità. Come nasce questa sua idea?

La Fondazione supporta il merito e le eccellenze in ogni settore perché riconosce i valori del lavoro e del sacrificio come fondanti il vivere e la società civile. New York – cuore pulsante dell’America e del mondo intero – è stata costruita nelle infrastrutture, nell’economia e nella società da uomini e donne italiane, per la maggior parte provenienti dal Sud Italia, dalla Sicilia da cui origina la mia famiglia. Ecco, nella parata celebrativa del sacrificio e dell’onore italiano, la Fondazione ha inteso elevare la sua bandiera e premiare le personalità che hanno scritto con grandi meriti la propria storia e quella dell’America.

Questo premio è stato assegnato qualche mese fa anche a Papa Francesco, ci racconta com’è nata questa iniziativa, che emozioni ha provato e come si è svolta la consegna al Santo Padre?

Nel corso dell’ultima Udienza generale dello scorso mese di Gennaio, Papa Francesco ha ricevuto la Fondazione Totò Morgana nella persona del presidente, quale il sottoscritto, ed in persona del vice presidente, mia madre Rita Morgana, figlia di nonno Totò Morgana cui è intestata la Fondazione. È stata un’esperienza ricca di significato. Abbiamo posto nelle mani del Santo Padre la massima onorificenza della Fondazione, il Magnus Aureus, dopo avergli presentato la Fondazione e le sue opere di solidarietà e prevenzione. Il senso di tale omaggio risiedeva proprio nel porgergli, con umiltà, il sacrificio ed il lavoro svolto fino ad allora e nella promessa di proseguire nel solco dell'aiuto e della solidarietà umana.

Quali sono i prossimi appuntamenti o progetti in cantiere per la Fondazione?

La Fondazione intende diffondere quello che potrei definire “il verbo” della prevenzione e, per farlo in grande, utilizzerà ogni strategia utile, consentendone una diffusione capillare sui territori di tutta Italia. Un progetto in cantiere che mi sta particolarmente a cuore è rendere la Fondazione Totò Morgana una società scientifica e, anche per questo, stiamo lavorando attivamente.


di Francesco Capozza