martedì 29 ottobre 2024
Un 50enne di nazionalità italiana si è tolto la vita nella sua cella a Prato. Nella casa circondariale toscana, nella giornata di ieri, si è consumato l’ennesimo suicidio in carcere. È il 77° caso del 2024. L’uomo era detenuto per reati “a grande riprovazione sociale e con fine pena fissato al 2030”, ha riferito in una nota il segretario nazionale del sindacato Uilpa penitenziari, Gennarino De Fazio. I soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari non sono bastati a evitare la tragedia, in quello che sta diventando un problema strutturale della nostra società. Il sindacalista ha osservato che il detenuto è il quarto a togliersi la vita alla Dogaia, “a cui bisogna aggiungere sette appartenenti alla Polizia penitenziaria che, parimenti, si sono suicidati in quella che è una strage senza fine”, ha precisato De Fazio.
“Sebbene nell’ultima parte dell’anno pare vi sia stato un leggero rallentamento nelle morti di carcere e per carcere, siamo sempre alle prese con numeri destinati ad abbattere ogni precedente record. Del resto, la crisi penitenziaria continua a non essere tangibilmente affrontata dal Governo e gli indicatori sono tutti in negativo. 15mila detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, violenze di ogni genere, stupri, piazze di spaccio e malaffare. Queste sono oggi le nostre prigioni. A pagarne le spese, oltre ai reclusi, i 36mila donne e uomini della Polizia penitenziaria che scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Carichi di lavoro debordanti, turni di 8, 16 e persino 24 ore ininterrotte, oltre 3.000 aggressioni subite nel solo 2024, mortificati nel morale e colpiti nell’orgoglio anche per una gestione organizzativa e amministrativa che spesso li discrimina e li svilisce, come nei recentissimi casi della missione in Albania o del trasferimento forzoso dai minori agli adulti”, si legge nella nota del segretario della Uilpa Polizia penitenziaria.
“Serve immediatamente un’inversione di tendenza. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare concretamente gli organici della Polizia penitenziaria assicurando al contempo ai suoi appartenenti un trattamento paritario con i restanti operatori del comparto, occorre garantire l’assistenza sanitaria e psichiatrica e, non ultimo, va riorganizzato per intero l’apparato gestionale e amministrativo”, ha chiosato De Fazio.
di Redazione