Non comprare la maternità

venerdì 25 ottobre 2024


Di solito la “cronaca” coinvolge e non utilmente, oltretutto battagliare è tempo perso o malmesso. Punti di vista stravaganti, giudizi sgarbati, incomprensioni. Tuttavia quand’anche uno resti nel suo e coltivi sé stesso da sé stesso, vi sono circostanza da considerare. Così ho fatto per la pandemia, così per la laboratorializzazione della natura, così per la guerra, le guerre, e nell’insieme per le distorsioni tra il cosciente, l’incosciente e l’astuto che ne viene legato. Ora, un argomento, inevitabilmente da considerare, è la questione dell’utero in affitto, espressione orribile di una situazione orrenda. Che una madre generi nel suo corpo un figlio per altri dovrebbe essere proibito anche dichiararlo. Nella immensa elaborazione che la Natura ha suscitato non esiste avvenimento più stretto della madre con il figlio. Rami, foglie, frutti, non sono innestati nel tronco, e le stesse radici al tronco o il tronco alle radici come madre e figlio.

Persino nella natura bestiale dove uccidere è sopravvivere, il padre può essere ramingo, spensierato, la madre difende i nati a rischio di morte e con la morte. Ora dovremmo supporre che invece negli essere umani ciò possa legittimamente non avvenire. Maturi un figlio, e lo consegni ad altri, un figlio merce, un figlio cosa, un figlio non “tuo” pur essendo maturato in te. La società dovrebbe accettare. Subito, la replica. Lo si fa per amore, per donare ad altri che non possono un figlio! Donare un figlio? Per generosità verso una coppia ma non verso il figlio e sé stessi! Che avverrà al figlio donato se scoprisse che è stato consegnato dalla madre naturale altri? E la madre naturale potrebbe davvero spingere la generosità a generare in sé per altri? Fingiamo che vi sia questo idillio donativo. L’orrore della faccenda sta in altro. Chi, come controllare se una donna produce figli per generosità o per denaro? Ammessa una legalizzazione del fare figli dati ad altri per dono gratuito, chi, come controllare se realmente è così o è una vendita nascosta? Ma poi, di bambini che necessitano è stracolmo questo mondo, sciaguratamente anche abbandonati. Sarebbe opportuno fare leggi che consentano una rapida adozione, affiliazione, aiuto.

Aiuto una madre con un bambino da anni, vedo raramente il bambino, cresce magnificamente, sta con sua madre, è felice con sua madre e la madre è felice con suo figlio! Mi sentirei un verme molliccio se non aiutassi. Ma davvero per amare la vita, e i bambini sono la vita, dobbiamo comprarli? Ma no, dobbiamo mantenerli in vita! Muoiono di stenti migliaia di bambini, di stenti. Potremmo essere genitori indiretti. O prendiamo chi è già nato. Ma comprarlo su ordinazione, no, e fingere che ci venga donato, peggio. Cresciamo la vita che già esiste. Non recidiamo il vincolo più umano, la madre con il figlio. Se il figlio è già nato aiutiamolo, adottiamolo o che altro, ma non compriamo facendolo nascere per acquistarlo. Acquistare un figlio farà insorgere al figlio la valutazione di essere una merce per la madre naturale. Nessuno concepisce il dramma delle origini. Mi rifaccio ancora a me stesso. Mio padre è deceduto due mesi dopo la mia nascita. Io bambino mi figuravo questo o quell’altro adulto come padre, poi il mio vero padre nelle immagini fotografiche fu ed è per sempre mio padre. E lo saluto quotidianamente. Finché restiamo umani, attenzione. Restiamo umani.


di Antonio Saccà