venerdì 11 ottobre 2024
A qualcuno sarà sfuggito, ma in Italia esiste anche “Democrazia sovrana e popolare”, uno dei tanti atomi della sinistra radicale del quale, per uno sfuggir di tempo e di senno, è rimasto affascinato addirittura anche Gianni Alemanno. Il coordinatore nazionale di questa realtà quasi immaginaria è Marco Rizzo, che è stato anche segretario di uno dei partitini che mettono ancora il termine “comunista” nel loro simbolo. È un uomo, Rizzo, che si fa ascoltare perché parla bene e che, per chi la pensa come lui, dice anche cose condivisibili. Ecco però che l’altro giorno, nel corso di un incontro con alcuni militanti, il Nostro si è lasciato un po’ andare: “Mi piace la gnocca. Posso dirlo? E non mi dovete rompere le balle”. E qui, con questo esempio di modifica del linguaggio comunista (cosa che potrebbe anche lasciar bene sperare per il futuro), si potrebbe anche chiudere questo articolo.
Ma, alla base della pruriginosa “rivelazione” di Rizzo, c’è un ragionamento che, per certi versi, ci fornisce un nuovo volto del comunismo rizziano. “Quello che è insopportabile – ha detto il segretario – è che i gusti sessuali di una minoranza debbano costruire una sorta di obbligo per la maggioranza. Con tutto il rispetto, le battaglie durissime contro qualunque discriminazione di genere, ci mancherebbe. Ma non dovete imporci un modello”.
Non sappiamo se, al termine della riunione, Rizzo si sia lasciato andare e abbia scritto sul primo muro libero “W la figa” con una bomboletta spray rigorosamente di color rosso, però sugli obblighi sessuali imposti alla maggioranza una riflessione approfondita andrebbe fatta.
di Gianlu. Perri.