mercoledì 25 settembre 2024
L’iniziativa di Archeoclub d’Italia in collaborazione con la Marina militare: la madrina è Claudia Conte
I fondali del Golfo di Napoli, in prossimità di Castel dell’Ovo, hanno ospitato stamattina i ragazzi dell’Area penale di Napoli. Una mattinata all’insegna dell’amore per il mare e per l’ambiente, dell’inclusione e del riscatto sociale. Il progetto Bust Busters Mare Nostrum, che vede in rete il Centro di giustizia minorile della Campania, l’Associazione Archeoclub d’Italia e la Marina militare, permette ai ragazzi del Centro di giustizia minorile di acquisire competenze nella pratica subacquea per essere poi avviati nel mondo del lavoro. I ragazzi si immergono nei fondali per svolgere attività a tutela dell’ambiente, come la raccolta dei rifiuti e la pulizia dei fondali. Ad accompagnarli una madrina d’eccezione, Claudia Conte, che commenta l’iniziativa: “Sono entusiasta di essere in Campania, regione che amo, per questa straordinaria iniziativa, modello di inclusione, rieducazione e cittadinanza attiva che vede diversi stakeholder fare sistema per dare un futuro diverso ai giovanissimi dell’Area penale di Napoli. Grazie ai palombari della Marina militare”. La giornalista e scrittrice è da sempre in prima linea per l’inclusione e la solidarietà. “Insieme ai volontari di Archeoclub d’Italia – sottolinea Conte – i ragazzi possono conoscere il patrimonio ambientale e culturale dei fondali marini, le tecniche di immersione, ma anche sentirsi utili alla società e alla comunità raccogliendo rifiuti e pulendo i fondali. Sentirsi parte di un grande equipaggio”.
Questa esperienza educativa, unica del suo genere, offre un percorso di crescita e reinserimento nella società civile di ragazzi dal passato difficile, che hanno sbagliato, ma che dimostrano desiderio di cambiamento e di riscatto. Ai ragazzi si propone un modello di vita caratterizzato dai principi insiti nelle attività marinare, quali la legalità, l’onestà e il rispetto reciproco. Le immersioni avverranno dalla motovela della legalità MareNostrum Dike, un tempo tristemente nota come Oceanis 465 con la quale gli scafisti trafficavano persone, bambini, donne, dalla Turchia alla Sicilia. La Oceanis 465 fu sequestrata dalla Guardia di Finanza, poi confiscata e recentemente affidata ad Archeoclub d’Italia, a supporto di iniziative sociali e culturali. Durante la mattinata, i ragazzi per la prima volta hanno supportato anche un’attività che darà loro la possibilità di comprendere l’importanza della risorsa geologica, anche nella tutela dei prodotti di eccellenza del Made in Italy e nella ricerca scientifica. Come sostiene il presidente di Archeoclub d’Italia Rosario Santanastasio, “i ragazzi dell’Area penale di Napoli, attraverso il progetto Bust Busters hanno seguito corsi di immersione subacquea alla scoperta del patrimonio geologico, ambientale e storico dei fondali”.
di Redazione