martedì 17 settembre 2024
Invito a far fronte comune contro la limitazione del ruolo del giornalismo e ricerca di nuove entrate. L’autorevole New York Times negli Usa e The Guardian in Gran Bretagna stanno moltiplicando le iniziative per esplorare nuove aree di diversificazione dei ricavi per uno sviluppo di lungo termine dei media. Quale la ricetta? I campi in cui operare riguardano gli eventi, podcast, programmi tivù, newsletter. In questo modo i quotidiani diventeranno sempre più digitali per un giornalismo aperto al web. Dopo un deficit di 17 milioni di sterline (20 milioni di euro circa) a causa del crollo degli introiti della pubblicità a seguito del Covid, il Guardian è riuscito ad incassare 80 milioni di sterline, ponendosi l’obiettivo di raggiungere i 100 milioni. Per l’editore del New York Times, il giornalista Arthur Grepp Sulzberger, occorre difendersi dal forte “sentimento anti-press” diffuso in tutto il mondo, soprattutto nei confronti di coloro che indagano sul potere.
In secondo luogo, l’editore chiede un “fronte comune” rivolgendosi anche al concorrente Washington Post su quella che chiama “la guerra tranquilla contro la libertà di stampa” avvertita in molti Paesi e che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti. Il riferimento riguarda il leader ungherese Viktor Orbán che controlla l’80 per cento dei media magiari, ma anche a Russia, India, Brasile, Israele. La professione giornalistica sta diventando sempre più impopolare ma anche pericolosa. Nel 2023 nelle sedi della Bbc di Nuova Delhi e Bombay sono stati sequestrati computer e cellulari dei giornalisti che avevano realizzato un documentario sul ruolo del presidente Narendra Modi, in occasione delle rivolte studentesche e operaie di alcune zone molto povere. Il Governo di Israele non permette ai giornalisti e reporter internazionali di entrare nella Striscia di Gaza. L’informazione è costretta ad accettare la vigilanza e il controllo dell’Esercito. I giornalisti si muovono solo se “embedded”, cioè accompagnati.
L’altro pericolo è rappresentato dalla diffusione delle fake news e degli strumenti che minacciano la capacità dei giornalisti di raccogliere le notizie e raccontare liberamente come avvengono i fatti. La libertà di stampa negli Usa è esplicitamente scritta nel Primo emendamento della Costituzione e in Italia nell’articolo 21 della carta fondamentale delle leggi. È per questo che l’obiettivo del giornalismo in tutto il mondo resta quello di portare la verità a conoscenza dell’opinione pubblica. Di fronte ai tanti pericoli c’è un cedimento etico della categoria? Certo il potere politico ed economico è infastidito dal giornalismo d’inchiesta ma i cittadini criticano a loro volta alcuni modi di fare interviste in ginocchio o la cattiva abitudine di far conoscere all’interlocutore prima le domande. Un tentativo di perfezionare la formazione dei giornalisti è stato promosso da Stampa romana, organizzando alcune giornate di approfondimento sull’intelligenza artificiale applicata al mondo dell’informazione. Prendendo spunto dagli esempi Usa e inglesi la Fieg e alcuni parlamentari di centrodestra insistono sulla necessità di rivedere alcune norme del Codice degli appalti, per tornare all’obbligo di pubblicazione degli annunci dei bandi d’asta pubblici sui quotidiani. L’altro campo da tutela è poi quello del diritto d’autore per limitare gli abusi delle big tech (Google, Apple) nei cui confronti l’Ue sta prendendo severi provvedimenti e sanzioni economiche.
di Sergio Menicucci