La scienza conferma: gli studenti hanno paura della matematica

giovedì 12 settembre 2024


Studiare la possibile correlazione fra gli stati ansiosi e un cattivo rendimento nella matematica è stato il focus dello studio condotto dal Centro studi per i disturbi specifici dell’apprendimento e il Centro Ricerca InVITA dell’Istituto Serafico di Assisi (centro di eccellenza per la cura e la riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità gravi e gravissime).

Condotto su 100 studenti della scuola superiore per un intero anno scolastico, l’indagine condotta da Massimo Piccirilli, Sandro Elisei, Gianni Alberto Lanfaloni, Livia Buratta, Beatrice Ciotti, Alessandro Lepri, Cristina Azzarelli, Silvia Ilicini e Patrizia D’Alessandro, ha evidenziato che un elevato livello di “ansia matematica” (con una media di 21,79 su una scala da 9 a 45) è correlato a peggiori performance nei test matematici.

Nello specifico, gli studenti con livelli alti di ansia hanno ottenuto punteggi significativamente inferiori rispetto a quelli con ansia bassa. Il 42,47 per cento degli studenti non ha mostrato miglioramenti (con un calo da 17,03 a 14,87 punti) e questo sottolinea l’importanza di affrontare l’“ansia matematica” per favorire l’apprendimento. 

Agli studenti del campione è stato sottoposto un test di valutazione delle abilità matematiche, la Battery for the Assessment of Calculation Ability, un insieme di test utilizzata comunemente nelle scuole italiane per valutare le competenze matematiche degli studenti che include problemi di diversa complessità. Il punteggio medio ottenuto dai partecipanti nel test finale è stato di 16,37. Per misurare i livelli di ansia matematica è stata utilizzata la Abbreviated Math Anxiety Scale, un questionario di 9 item con punteggi variabili da 9 a 45, e lo State and Trait Anxiety Inventory, per distinguere l’ansia specifica per la matematica dall’ansia generale.

Gianni Lanfaloni, psicologo del Serafico e responsabile del Centro dei Dsa dell’Istituto, ha spiegato: “Si tratta di un’ansia specifica che compare esclusivamente quando il soggetto deve confrontarsi con i numeri. È una forma di inquietudine che non si manifesta di fronte ai compiti di altre materie e che si differenzia sensibilmente da altre forme come l’ansia di tratto, l’ansia di stato o l’ansia sociale”, sottolineando come “questa reazione negativa può manifestarsi in vari modi: a livello emotivo, fisico e comportamentale, e la sua gravità può essere tale da determinare una vera fobia che si presenta a qualsiasi età quando ci si deve confrontare con competenze matematiche”.

“Il pericolo – ha continuato Lanfaloni – è che l’ansia si rafforzi con il progredire degli studi per poi stabilizzarsi in età adulta. La paura del fallimento, della reazione delle altre persone, dell’imbarazzo e dell’umiliazione o semplicemente di un brutto voto, possono condizionare l’immagine di sé, l’autostima e l’interazione sociale, generando nei casi più gravi anche problematiche comportamentali. Utilizzare dei questionari per individuare la presenza di ansia per la matematica permetterebbe di individuare gli studenti a rischio ed attivare adeguate procedure di supporto”. 

(*) La ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers”


di Redazione