mercoledì 11 settembre 2024
L’utilizzo, oramai dilagante, degli smartphone da parte dei minori sembra causare serie conseguenze per lo sviluppo delle nuove generazioni. Secondo gli esperti psicologici, l’uso di smartphone e tablet determinano due tipologie di pericoli per bambini e adolescenti: il primo di tipo diretto, rappresentato dalla dipendenza che questi dispositivi sono in grado di generare su chi li utilizza; e il secondo di tipo indiretto, posto che l’uso frequente degli schermi incide su uno sviluppo sano e naturale. Molti studi pedagogici dimostrano, infatti, come l’uso limitato di smartphone, grazie ad esempio a un divieto imposto nelle scuole, favorisca un rendimento maggiore negli studenti. Appare, in altre parole dimostrato, che l’uso protratto di dispositivi elettronici sia idoneo a causare, ovvero ad aumentare, i disturbi dell’apprendimento (Dsa), provocare rallentamenti neurocerebrali e a influire sul sonno. Così, come il sempre meno ricorso alla penna è tale da incidere negativamente sullo sviluppo delle capacità di lettura e scrittura. Daniele Novara, pedagogista, sottolinea come la problematica sia diffusa tra adolescenti e preadolescenti, aggiungendo che i giovani di oggi “sono diventati bersagli del marketing tecnologico senza avere gli strumenti cognitivi per proteggersi”.
Occorre, dunque, intervenire per bloccare questo progressivo impoverimento delle esperienze fondamentali per la crescita, come il gioco libero, la socializzazione e il contatto con la natura. L’appello promosso dagli esperti verso il Governo, mira a favorire una regolamentazione che ponga un divieto fino a 14 anni per l’uso degli smartphone, e a 16 anni per i social. Qualcosa che non appare nuovo. Anche nel Regno Unito, dopo aver già introdotto delle linee guida per ridurre al minimo l’uso degli smartphone nelle scuole, si sta considerando la possibilità di vietarne la vendita ai minori di 16 anni. Una decisione che sembra aver incontrato il consenso dell’opinione pubblica: su 2.496 genitori di bambini inglesi in età scolare ben il 58 per cento ritiene che il Governo dovrebbe vietare gli smartphone ai minori di 16 anni.
Lo stesso in Francia, dove si sta sperimentando il divieto di uso dei cellulari a scuola per gli studenti fino ai 15 anni. L’Italia al momento è orientata a una restrizione totale in aula, ma senza vietarne il possesso, ponendo all’accento sulle conseguenze in termini “di concentrazione, memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità”. Una novità per il nuovo anno scolastico appena avviato. La circolare adottata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, rappresenta sicuramente una versione di rotta rispetto alla precedente circolare del dicembre 2022, che ne permetteva l’uso per “finalità didattiche, inclusive e formative” sotto la supervisione dell’insegnante. Sarà sufficiente? Quel che è certo è le nuove generazioni vanno protette e a tal fine una politica unanime, potrebbe essere la sola soluzione.
di Ilaria Cartigiano