venerdì 30 agosto 2024
Da qualche anno assistiamo a un fenomeno letterario prima sconosciuto e particolarmente amato dalla sinistra: l’annuncio preventivo della propria morte a mezzo stampa. È accaduto numerose volte in epoca recente e l’apogeo di questa strana forma di masochismo è stata, all’inizio di giugno del 2023, la toccante intervista rilasciata da Michela Murgia a La Repubblica in cui la scrittrice annunciava di avere un cancro allo stadio terminale. Murgia è poi deceduta il 10 agosto dello stesso anno. Nei giorni scorsi a far notizia è stata invece l’intervista, in questo caso rilasciata al Corriere della Sera, di un altro beniamino della sinistra italiana, Oliviero Toscani. Il famoso fotografo, come appena un anno fa la scrittrice di origini sarde, ha annunciato dalle colonne del quotidiano di Via Solferino il suo imminente trapasso a causa di un raro male incurabile, l’amiloidosi. Causata dall’accumulo di proteine prodotte dal nostro organismo che si depositano negli organi vitali sotto forma di piccole fibre danneggiandoli irrimediabilmente, la malattia che ha colpito Toscani lascia in effetti senza scampo.
Le reazioni sono state, com’era inevitabile, migliaia. Sui social network si è subito aperta la pariglia tra chi (a sinistra ovviamente), rendendosi conto della prossima perdita di un altro vate politicamente strumentalizzato, è accorso a scrivere coccodrilli in vita del fotografo milanese naturalizzato toscano da anni – ovviamente nella Maremma chic venerata dall’intellighenzia – e chi non gliele ha mandate a dire per le opinioni dissacrati e talvolta stomachevoli rese negli anni. Chissà, forse proprio questa valanga d’odio potrà servire da monito per chi, in futuro, volesse informare l’orbe terracqueo della propria prossima dipartita. Noi ci speriamo. Purtroppo, il povero Oliviero Toscani si è reso protagonista, da almeno 30 anni a questa parte, dei più svalvolati interventi mediatici contro il centrodestra italiano ed in particolare contro Silvio Berlusconi prima e Giorgia Meloni poi.
L’essere un personaggio noto, quindi esposto pubblicamente, ha dato sovente la stura alla sua egomania e numerose trasmissioni che da anni impostano le loro scalette intrise di fiele esclusivamente contro Berlusconi, Matteo Salvini e poi Meloni, lo hanno preso a mascotte, invitandolo a più riprese e offrendogli caramente il proscenio per i suoi insulti e le sue affermazioni deliranti. Che l’uomo non avesse freni lo si sapeva, è riuscito perfino a mandare a quel paese (ma con metodi meno raffinati della semantica giornalistica) la famiglia Benetton a cui deve gran parte della sua fama e del patrimonio milionario che ha messo in piedi. Fu infatti la famosa campagna pubblicitaria della United colors of Benetton, quella con i giovani ragazzi di varie etnie vestiti con maglioncini multicolori prodotti dal committente per intenderci, a spianare la strada ai guadagni multimilionari del fotografo. Eppure, evidentemente in preda ad uno dei suoi deliri ricorrenti, Toscani riuscì a farsi licenziare dalla famiglia Benetton quando, nel 2020, a seguito della tragedia del ponte Morandi di Genova, in radio (a La Zanzara, ci torneremo) disse: “ma a chi interessa che caschi un ponte? Smettiamola”.
I Benetton furono costretti a chiedere scusa alle famiglie delle vittime, ma l’ampia reazione di disgusto che provocarono le parole di Toscani portarono ad un inevitabile e disastroso boicottaggio del brand da parte del pubblico tale da costringere l’azienda a chiudere ben 400 punti vendita in tutto il mondo. Come ricordavo poco sopra, Toscani è stato per anni il beniamino di molte trasmissioni televisive antiberlusconiane prima, antimeloniane oggi e pur di ascoltare dalla sua viva voce gli insulti più ignominiosi contro i leader del centrodestra, sono state disposte a pagargli gettoni di presenza salatissimi. Non starò qui a fare l’elenco delle dichiarazioni disgustose contro il Cavaliere che negli anni sono uscite dalla bocca di Toscani, ma una vale la pena di essere ricordata, a futura memoria e per comprendere l’odio odierno che gli si sta ritorcendo addosso come un boomerang. In occasione della morte dell’ex premier, avvenuta il 13 giugno del 2023, Toscani si lasciò andare alla più mefitica delle dichiarazioni che potesse proferire: “meno male che Silvio Berlusconi è morto, ci ha rubato la dignità sociale”. Parole che si commentano da sé e che possono ampiamente giustificare chi oggi gli ricorda che il karma esiste, eccome se esiste.
Nei confronti di Matteo Salvini, soprattutto da quando il leader del Carroccio ha assunto ruoli di governo, l’epiteto più delicato attribuitogli da mister Toscani è stato “è un pallone gonfiato, un rude barbaro ignorante”. Contro Giorgia Meloni ha inanellato nel tempo decine d’insulti fantasiosi ma il più nauseante fu certamente quando, nel 2023, disse che la presidente del Consiglio è “una ritardata mentale”, giudicando “un deficiente chi vota a destra” e confermandolo con un’altra delirante affermazione: “quando hai poco cervello sei di destra, è naturale”. Sempre ospite de La Zanzara, programma radiofonico che sguazza negli insulti e ne fa quotidiana ragione di sopravvivenza, il fotografo asserì, nel 2021 ed in piena campagna vaccinale contro il Covid, che “i no-vax sono dei trogloditi, degli uomini delle caverne, come d’altronde tutti quelli che votano destra in Italia”.
È evidente che per Toscani la metà degli italiani sia spazzatura, di contro non ci è ancora chiaro a che titolo egli sia stato nel tempo ripetutamente invitato a parlare di politica e non di fotografia, son misteri anche questi. Quel che invece è chiarissimo è che l’odio sui social che lo sta travolgendo dopo l’annuncio della sua malattia non può essere derubricato alla solita accusa dei ben pensati che quelli “sono solo leoni da tastiera”. Se offendi reiteratamente la gente comune e i leader politici votati dalla maggioranza degli elettori italiani, se ti ritieni di essere il più puro tra i puri alla fine più che epurato vieni sputtanato, anche nell’ora più buia della tua vita. Chi, come il sottoscritto, è fornito di carità umana e cristiana non può certamente essere indifferente nei confronti di qualsiasi persona stia lottando tenacemente contro la morte e quindi non può che nutrire compassione per Toscani. Rispetto però no. Rispetto decisamente no.
di Francesco Capozza