giovedì 1 agosto 2024
“Era dai tempi del Covid che non si registravano certe tensioni. Le proteste attuali mirano a ottenere misure deflative delle pene, indulto o svuota-carceri, provvedimenti che, ovviamente, non dipendono da noi che gestiamo gli istituti”. A dirlo è Claudia Clementi, direttrice del carcere romano di Regina Coeli. In un’intervista al Messaggero, discutendo dell’emergenza che si vive nel penitenziario, osserva: “Regina Coeli è un edificio storico inserito nel contesto urbano, con pregi e limiti connessi. Da una parte le mura spesse e antiche isolano meglio dalla temperatura esterna, però è anche vero che non ci sono spazi collettivi sufficienti”. Nello specifico: “Manca un campo da gioco, non ci sono aree verdi. La struttura non è condizionata, abbiamo chiesto e qualcuno ci è già stato consegnato, dei ventilatori”.
Regina Coeli, peraltro, osservando gli ultimi report del Dap (Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria), è sovraffollato. Dice Clementi: “Dall’inizio del 2023 la media dei detenuti si attesta sulle 1100 unità, ma ci sono stati picchi di 1170. I posti previsti sono 628”. Sul fronte degli agenti “ne abbiamo pochi. In pianta organica dovrebbero essere 480, sulla carta ne abbiamo 467. Ma, appunto, sulla carta perché effettivi, tra distaccamenti negli uffici e dislocamento in altre sedi, che operano a Regina Coeli sono poco più di trecento. Una carenza che si fa sentire e rischia di metterci in grave difficoltà”.
di Redazione