Olimpiadi 2024: la parodia di cattivo gusto dell’Ultima cena

lunedì 29 luglio 2024


Durante l’inaugurazione delle Olimpiadi in Francia c’è stato uno spettacolo a mio avviso in contrasto con lo spirito stesso dei giochi olimpici: uno spettacolo che avrebbe potuto offendere qualche cattolico, ma anche altre persone indipendentemente dal credo religioso, dalle convinzioni politiche o dal collocamento intellettuale o filosofico.

Perché i responsabili delle Olimpiadi, selezionati per talento e cultura, non hanno prestato la giusta attenzione, selezionando una proposta così tanto inopportuna e lontana dallo spirito delle Olimpiadi, commettendo quindi un grandissimo errore o, come si dice ora, un epic fail?

Andando con ordine: qual è lo spirito delle Olimpiadi? È un incontro che unisce i popoli per costruire pace, serenità, scambio culturale e dialogo attraverso l’eleganza dello sport. Dalla sede delle Olimpiadi partono ideali ponti verso ogni nazione. Purtroppo l’offesa all’Ultima cena di Leonardo da Vinci ombreggia, anzi oscura, proprio questi valori. Bastava ricordare lo stesso parigino Pierre de Coubertin, fondatore dei giochi olimpici moderni che, all’apertura dei giochi di Londra nel 1908, parafrasando il sermone del vescovo anglicano americano Ethelbert Talbot, disse: “L’importante non è vincere ma partecipare”. Talbot e de Coubertin con forza esprimevano lo strepitoso, superbo concetto sul valore delle Olimpiadi. Essi sono stati una meridiana verso il giusto e unico senso delle Olimpiadi. Gli organizzatori, quest’anno, hanno mostrato d’aver perso la bussola. Cosa volevano significare gli organizzatori? Boh, bisognerebbe chiederlo a loro. Ipotizzo un paio di concetti: l’inclusione e l’ipotetica laicità della Francia.

Inclusione – Un atteggiamento inclusivo è un bene preziosissimo ma qui emerge un’inclusione verso la comunità Lgbtqia+. Però, già pensare ad un atteggiamento inclusivo verso la comunità Lgbtqia+ vuol dire mettere in secondo piano altre comunità, quindi non inclusivo in senso generale. Poi, la presa in giro è stata verso la religione cattolica, che ha nel proprio Dna l’amore universale ed il perdono (anch’esso universale). Complimenti, cari organizzatori, bella mossa coraggiosa. Vedrete, i cattolici non vi porteranno rancore; una caduta di stile può capitare a chiunque, è già stata perdonata e forse ha anche giovato alla religione cattolica. Sì, perché lo spettacolo indecoroso non merita repliche.

Laicità – La laicità è anche frutto dell’Illuminismo; che bella cosa sarebbe se fosse universale, ma l’universalità dell’Illuminismo è una chimera. Chi scrive ha un dottorato di ricerca in ingegneria ed è abituato a spaccare il capello in quattro con i calcoli, tanti calcoli. L’Illuminismo ha contribuito allo sviluppo della scienza, ci ha consentito tutte le magnifiche comodità del mondo attuale, ha prodotto progressi in medicina, siamo andati sulla Luna, possiamo vedere i film che vogliamo. Ed ancora ci sorprenderà con l’Intelligenza artificiale. Ma, eleggere l’Illuminismo a qualcosa che risolve o risolverà prima o poi tutti i problemi, vuol dire eleggere l’illuminismo ad una religione e prendere in giro le altre religioni o altri convincimenti soggettivi; è una specie di fondamentalismo religioso. Proprio per poter essere liberi di esprimere concetti religiosi, mi vengono in mente due uomini di scienza che non hanno bisogno di presentazioni: Stephen Hawking e John Lennox.

Su temi religiosi Stephen Hawking (cosmologo, fisico, ecc.) disse: “Il paradiso è una fiaba per chi ha paura del buio”, quasi come dire che la religione è qualcosa per chi ha paura del buio. Mentre John Lennox (professore emerito di matematica all’Università di Oxford) affermò che “l’ateismo è una favola per chi ha paura della luce”.

Chi ha ragione? Entrambi. Quando si parla di mistero tutti i convincimenti sono meravigliosamente leciti; i comportamenti conseguenti, invece, non sono tutti leciti. Anche questa è inclusione.

Gli organizzatori delle Olimpiadi, per concludere, ridicolizzando l’Ultima cena di Leonardo, hanno perso la grande occasione di mostrare al mondo i veri principi dell’inclusione. Peccato!


di Fabrizio Pini