Carceri a Roma: il peggioramento in un anno

mercoledì 17 luglio 2024


La situazione peggiore è a Regina Coeli, con “1129 presenze contro i 628 posti disponibili e un tasso di sovraffollamento del 180 per cento”. Ma nel resto delle carceri circondariali non va meglio. La fotografia scattata nella Capitale fa riflettere, come spiegato da Valentina Calderone, Garante dei detenuti a Roma. “Dal marzo 2023 a oggi ho constatato un significativo peggioramento delle condizioni di vita nella maggior parte degli istituti. La maggior parte dei dati sono aggiornati a dicembre 2023, mentre alcuni dati sono aggiornati a giugno 2024, in particolare sul sovraffollamento, in costante e preoccupante crescita”.

Illustrando la relazione nell’Aula Giulio Cesare, Calderone osserva che nella Città eterna “sono presenti quattro istituti a Rebibbia, poi ci sono Regina Coeli e il minorile di Casal del Marmo”. Nel dettaglio, tolta Regina Coeli, “Rebibbia nuovo complesso conta 1556 persone contro i 1170 posti disponibili con un tasso di sovraffollamento del 133 per cento. Rebibbia femminile ha 358 presenze contro i 272 posti, cioè il 132 per cento”. Vivere in un carcere sovraffollato, continua Valentina Calderone, “significa anche che il personale dell’area giuridico-pedagogica non riesce a svolgere le sue funzioni e questo vale anche per gli operatori sanitari e la polizia penitenziaria”.

In questo quadro, non mancano le pessime condizioni strutturali, a volte persino fatiscenti. Parliamo, segnala Calderone, di “stanze da 2 che ospitano 5 persone”. A cui si aggiungono “infiltrazioni d’acqua, muffa alle pareti, lavandini che perdono, acqua calda che non funziona. Spazi scolastici e di socialità usati come stanze di pernotto e il caldo peggiora la situazione. A Regina Coeli – avverte – per via di un impianto elettrico troppo vecchio non si possono avere neanche i ventilatori in stanza”.

Nell’istituto di Casal del Marmo, tra l’altro, la situazione si è aggravata: “Al 31 dicembre 2023 erano presenti 46 ragazzi e ragazze. Nel corso dei primi mesi del 2024 sono salite fino a quasi 70 persone anche per effetto del cosiddetto Decreto Caivano. È la prima volta da anni che abbiamo un sovraffollamento anche nelle strutture per minori”.

Ma ci sono altri numeri che non passano inosservati. E che Calderone snocciola: “Tra le 2682 donne detenute in tutta Italia, 440 sono ristrette nel Lazio e la maggior parte sono a Rebibbia femminile. Le detenute madri con figli in tutta Italia, a giugno 2024, sono 23, di cui 16 straniere. I bambini sono 26. A Rebibbia le madri con figli al seguito sono al reparto nido, composto da 4 stanze con 4 posti ciascuna. Nella maggior parte dei casi l’uscita delle donne dal carcere avviene rapidamente con misure meno afflittive. È da segnalare però la situazione di una donna, reclusa da ottobre 2023 con un bambino di 3 anni”.

Menzione a parte merita, per Valentina Calderone, “la buona pratica della Casa di Leda, immobile confiscato alla criminalità organizzata gestita dall’Asp Asilo Savoia, una casa protetta che può ospitare fino a sei donne con figli minori. Nei prossimi mesi – va avanti – anche per effetto di provvedimenti legislativi in corso di approvazione, potremmo assistere a un importante incremento di questi numeri. Sarà necessario dotarsi di strumenti, per prendere in carico le donne e i loro figli”.


di Mimmo Fornari