Il Governo riapre le miniere italiane

lunedì 15 luglio 2024


Il via libera del Governo alla riapertura dei siti scatena una nuova corsa. La ricerca è indirizzata verso le terre rare, materie prime critiche e strategiche come cobalto, litio, nichel o grafite. Vale a dire tutti quei minerali che servono a produrre microchip, semiconduttori, batterie e pannelli solari. Come scrive La Stampa, il Governo semplifica norme e autorizzazioni ancora ferme alla legge mineraria del 1927, incentivando progetti di recupero e riuso, istituendo un paio di comitati ministeriali e, soprattutto, un fondo strategico che dovrà favorire la crescita e il rafforzamento delle nostre filiere, incentivare lo sviluppo di progetti domestici e assicurarsi l’approvvigionamento da Paesi terzi. L’Unione europea ad aprile col “Critical Raw Materials Act” ha individuato ben 34 tra materie prime strategiche o critiche, e definito un quadro di interventi per garantirsi un approvvigionamento sicuro e sostenibile e liberarsi progressivamente dalla dipendenza da Cina, Russia, Cile, Sudafrica e tutti gli altri Paesi che detengono il monopolio del settore. Entro il 2030 si punta così a estrarre sul territorio europeo almeno il 10 per cento delle materie prime critiche consumate dalle nostre industrie, lavorarne direttamente almeno il 40 per cento, coprire almeno il 25 per cento dei consumi col riciclo, limitando così al massimo al 65 per cento la dipendenza di ogni singolo Paese produttore.

In Italia sono circa mille i siti minerari dismessi, localizzati nell’arco alpino e in Liguria, nella fascia tirrenica tosco–campana, in Calabria e in Sardegna. Si tratta di miniere chiuse da anni per esaurimento dei giacimenti oppure abbandonate perché l’attività estrattiva non era più conveniente. Molte di queste potrebbero tornare in attività. Si comincia assegnando 3,5 milioni di euro all’Ispra (altre risorse dovrebbero poi arrivare con la prossima Legge di Bilancio) per avviare l’aggiornamento della carta mineraria nazionale sapendo già da ora che lungo lo stivale esiste la possibilità di reperire almeno 15 dei 34 minerali più pregiati. Come ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin presentando il nuovo decreto sulle materie prime critiche “si tratterà di censire di nuovo tutte le miniere chiuse, con una particolare attenzione al litio, che sulle attuali batterie è fondamentale e su cui oggi la Cina esercita un controllo praticamente assoluto su proprietà, estrazione e lavorazione. Abbiamo alcune istanze per la produzione – ha poi aggiunto – ma prima bisogna avere contezza dei giacimenti e bisognerà capire anche la convenienza rispetto ai costi di estrazione rispetto agli altri Paesi Ue”. Quanto al cobalto “abbiamo grandi giacimenti, in particolare sull’Appenino tra Piemonte e Liguria. Poi si tratterà di valutare caso per caso le condizioni di estraibilità”.


di Redazione