martedì 9 luglio 2024
Forse è superfluo ribadirlo ma il nostro è indubbiamente il Paese più bello del mondo. Almeno, come ambiente, storia, cultura e chi più ne ha più ne metta. È inevitabile che un siffatto serbatoio di opere d’arte (nel senso più ampio del termine) attragga annualmente un numero esagerato di turisti vogliosi di vedere-capire ciò che l’Italia sa offrire.
Quello che ci manca, però, è la capacità di “interpretare” il corposo movimento turistico. Che non è un’invasione, ma una fonte inestimabile di potenziale ricchezza. Invece è sufficiente vedere o leggere qualche intervista e si comincia a sentir parlare di numero chiuso, controllo dei B&B, pagamento di tassa d’ingresso: sembra quasi che ci sia il tentativo di respingere qualsivoglia di ingresso nei confini nazionali.
È fuori dubbio che, di fronte a qualsiasi flusso abnorme di persone, sia necessario aumentare i controlli ma questi ultimi non possono trasformarsi in selezione o, peggio, in respingimento. Il nostro territorio nazionale è, di per sé, un’opera d’arte ed è giusto che chiunque – al di là della nazionalità o della situazione reddituale – possa usufruirne di ogni particolare.
di Gianluca Perricone