Fascicolo sanitario elettronico: tutto quello che occorre sapere

venerdì 5 luglio 2024


Il Fascicolo sanitario elettronico 2.0 (Fse), obiettivo primario del Pnrr nell’ambito della riforma del Servizio sanitario nazionale, consiste in un’infrastruttura tecnologica che raccoglie i dati degli eventi clinici di ciascun paziente, consentendone l’archivio nei sistemi regionali e nazionali. Non si tratta di una vera e propria novità, ma di un upgrade del software esistente. Esso, infatti, esiste dal 2012, ma se oggi lo utilizza quasi un italiano su cinque, ovvero il 18 per cento dei cittadini – soprattutto del nord Italia – nel 2026 il Fascicolo dovrà essere attivo in tutte le Regioni italiane. Una rivoluzione sanitaria che ha l’obiettivo di rendere più efficienti le procedure legate alle prestazioni sanitarie, come tempi di attesa, ticket ed esenzioni.

Uno strumento che il Garante della privacy definisce come “l’insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario che sono stati generati da eventi clinici”. Si tratta, dunque, di un grande contenitore che accoglie ogni informazione riguardante referti e ricoveri, contatti del paziente, eventuali esenzioni per reddito e patologia, verbali di pronto soccorso, deleghe a familiari, vaccinazioni, prescrizioni, cartelle cliniche, inviti per screening. Il Ministero della Salute spiega come, dalla data di pubblicazione del decreto legge del 19 maggio 2020, il caricamento dei dati sul fascicolo avvenga automaticamente, essendo venuto meno il “consenso all’alimentazione” previsto dalla normativa precedente, e come lo stesso si componga dei dati già in possesso dalle Aziende sanitarie locali, dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelle accreditate dal Ssn.

Ogni Regione, poi, segue forme diverse di registrazione: attraverso il medico di base, con le Asl, o direttamente on-line tramite un portale dedicato e previe autenticazioni necessarie. Ma se il fascicolo rappresenta un importante passo nell’era della digitalizzazione, il Garante sia necessario “intervenire per tutelare i diritti di tutti gli assistiti italiani coinvolti nel trattamento dei dati sulla salute effettuato attraverso il Fascicolo sanitario elettronico 2.0”. Per questa ragione la stessa Autorità ha notificato a 18 Regioni e alle province autonome di Bolzano e Trento l’avvio di procedimenti correttivi e sanzionatori per le numerose violazioni riscontrate nell’attuazione della nuova normativa introdotta. Gli esiti dell’istruttoria hanno mostrato una forte difformità con riguardo all’applicazione pratica dei diritti e delle misure previste dal decreto, proprio a tutela dei pazienti: si pensi al diritto oscuramento, al consenso specifico e alla qualità dei dati.

Ne deriva, così, che se alcune Regioni sono rispettose della richiamata normativa, altre non lo sono. Rassicurazioni, tuttavia giungono dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che sottolinea come il Governo si mostri attento alla sicurezza e alla tutela dei dati personali che riguardano la salute dei cittadini, affermando, inoltre che “nessun dato sarà mai accessibile alle società commerciali o a terzi. Il fascicolo sanitario elettronico è molto blindato e dalla lettura del decreto sul fascicolo sanitario elettronico 2.1 si capisce bene ed esattamente chi può avere accesso a quali dati e a quale titolo”. Passando all’analisi delle Regioni più virtuose, ad oggi la Toscana e l’Emilia-Romagna sono al vertice nazionale per numero di servizi offerti sul Fascicolo sanitario elettronico, seguite da Lazio, Piemonte e Lombardia. Che sia davvero l’era in cui il digitale andrà a calmare le lacune di un sistema non ancora efficiente.


di Ilaria Cartigiano