lunedì 24 giugno 2024
Si chiude un mese disastroso per i viaggiatori. Sono stati registrati problemi su treni, aerei, metropolitane e navi. Colossale disavventura per 500 passeggeri di un Frecciarossa, bloccato per 3 ore alle porte di Roma Termini per un guasto tecnico. Anziani, bambini, una donna incinta sono stati costretti ad attendere sotto la calura in attesa che un altro treno li portasse alla stazione Tiburtina. Inoltre, è in arrivo il 18 luglio uno stop di quattro ore deciso dai sindacati confederali per protestare contro il mancato rinnovo del contratto, scaduto il 31 dicembre. Il caos sull’intera rete suscita l’indignazione dei passeggeri e l’irritazione, l’imbarazzo del Ministero dei Trasporti. Che ha convocato i vertici di Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Rete ferroviaria italiana e le associazioni di categoria.
Scioperi nazionali e locali hanno registrato, secondo il rapporto della presidente della Commissione di garanzia Orsola Razzolini (succeduta nell’aprile del 2023 al defunto professore Giuseppe Santoro-Passarelli) la proclamazione nel corso del 2023 di 1.649 scioperi di cui 1.129 effettuati. Di questi oltre il 40 per cento ha interessato il settore dei trasporti, in cui da anni si manifesta un ampio fenomeno di micro-conflittualità. Una delle questioni di fondo non risolta, nonostante numerose regole vigenti, è quella legata alla frammentazione della rappresentanza sindacale del settore. Si assiste da anni ad un reiterato ricorso all’astensione dal lavoro a ridosso di giornate festive che determinano disservizi, ore di attesa nelle stazioni e negli aeroporti per corse cancellate e collegamenti saltati. “La conflittualità – scrive la dottoressa Razzolini – non è trascurabile e resta evidente una sproporzione tra quella che caratterizza il settore industriale e quella dell’ambito dei servizi pubblici essenziali”. Sono principalmente le sigle minori ad utilizzare lo sciopero con maggiore frequenza.
Sul totale degli scioperi effettuati, circa 920 hanno avuto una dimensione locale e si è trattato di rivendicazioni originate dalla gestione quotidiana dei rapporti di lavoro. Il problema, secondo la Commissione di garanzia, è che sono venute meno le forme di controllo previste dalla legge numero 146, tipo il preventivo esperimento delle procedure di raffreddamento dei tempi e di conciliazione. Se la situazione non è peggiorata come nel 2021 (7 scioperi generali) e nel 2022 (tre scioperi generali) lo si deve al rinnovo di alcuni importanti contratti.
Per una riflessione sul mutamento dei conflitti vanno individuate tre direttrici: la globalizzazione, le innovazioni tecnologiche e la trasformazione del ciclo produttivo dei servizi. C’è infine la necessità di uniformare norme e regolamento a livello comunitario. L’Europa, infatti, è stata attraversata in questi ultimi anni da ondate di scioperi senza precedenti, causate principalmente da tre fattori: crisi energetica, incertezza economica, inflazione e conseguente aumento del costo della vita.
Scioperi a raffica in Francia, soprattutto contro la riforma delle pensioni varata dal presidente Emmanuel Macron. Ferrovie, aerei, trasporti locali bloccati in Germania per rivendicare un aumento del 10 per cento dei salari. Agitazioni che hanno messo in difficoltà il Cancelliere socialista Olaf Scholz. Scioperi e manifestazioni in Gran Bretagna dopo l’uscita dall’Unione europea con le ripercussioni della Brexit, e un contesto socio-economico segnato dalla crisi energetica e dell’aumento dell’inflazione. Che probabilmente provocherà la sconfitta dei Conservatori del leader Rishi Sunak.
di Sergio Menicucci