venerdì 21 giugno 2024
Sono consapevole di quanto sia arduo accostare la vicenda che a Latina ha visto protagonista il bracciante indiano 31enne Satnam Singh con quella riguardante la crisi idrica siciliana. Non credo che dalle parti di Latina nessuno fosse a conoscenza della presenza sul territorio di una serie di comunità costituite da indiani (molti dei quali clandestini) dediti al lavoro in aziende agricole, spesso malpagati e privi di ogni tutela così come prevedono le “norme” che regolano il lavoro nero.
E i controlli? E il rispetto delle norme che regolano i rapporti di lavoro? Niente. A Latina (e non solo lì) sembra che non ci siano prefetto e istituzioni, forze dell’ordine, ispettorato del lavoro, finanche sindacati e forze politiche: evidentemente preferiscono avere sulla tavola prodotti agricoli freschi e poco importa che quella freschezza sia assicurata da chi raccoglie i prodotti dal campo anche a costo di tornare a pezzi a casa (per “fortuna”, nel caso di Singh, il braccio staccato è stato conservato in una cassetta della frutta). Gli immigrati, a Latina, ci sono ma non si vedono.
La Sicilia, invece, sta attraversando un periodo di siccità e della mancanza d’acqua ne risentono, oltre che naturalmente i cittadini, soprattutto gli allevamenti e i pascoli. Le povere bestie, infatti, non sanno (proprio perché animali) che la loro sofferenza è dovuta anche alle numerose perdite delle condutture idriche della regione che praticamente dimezzano le forniture d’acqua. Nessuno ripara quei danni e gli allevatori (sentite bene!) sono costretti a rivolgersi a privati che, con le autobotti, riforniscono chi ne richiede l’intervento a pagamento.
Che ci sia qualcuno che “controlla” il traffico delle forniture idriche siciliane? Sembra di sì e ci risiamo: e i controlli? E, di nuovo, sembra che non ci siano prefetto e istituzioni, forze dell’ordine, ispettorato del lavoro, finanche sindacati e forze politiche. Intanto c’è chi si arricchisce con il traffico della preziosa bevanda mentre le mucche stentano a capire che succede.
di Gianluca Perricone