L’arresto di Tortora, la camorra e la ricostruzione post-terremoto

martedì 18 giugno 2024


Ieri ricorreva l’anniversario dell’arresto del giornalista Enzo Tortora, da parte della procura di Napoli sulla base di false dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Imputato di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico, il conduttore di Portobello ha subito un vero e proprio calvario, prima di vedersi riconosciuta la totale estraneità dei fatti che gli venivano contestati. È stato il “venerdì nero della giustizia italiana”, come ricorda Valter Vecellio in un articolo sull’Huffington Post. Dopo la vicenda giudiziaria, durante la quale Tortora è stato associato al clan di Raffaele Cutolo, il giornalista è entrato in politica tra le fila del Partito radicale di Marco Pannella. Infatti, tra le numerose strade, piazze e targhe che ricordano la personalità televisiva italiana, solo alcune ricordano la militanza politica di Enzo. Diceva spesso: “Ero liberale perché ho studiato. Sono radicale perché ho capito”, come ricorda l’articolo dell’Huffpost.

Ma com’è stato possibile un così grande errore giudiziario da parte della procura partenopea? Bisogna tornare indietro al 27 aprile 1981, quando l’Assessore all’urbanistica della Regione Campania Ciro Cirillo è stato rapito dalle Brigate rosse. In quel caso, avvenne una particolare negoziazione tra Stato, terroristi e camorra. Un unicum giudiziario che rientra in una delle pagine più oscure della nostra storia recente. Un riscatto, di svariati miliardi di lire, raccolto da alcuni costruttori. In cambio, c’era in ballo la ricostruzione post-terremoto del 1980. La Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro ha accertato – al tempo – un “bottino” di 90mila miliardi di lire. La nascita dei “quartieri ghetto” a Napoli, il cambio dei colori sulle mappe urbanistiche del capoluogo, e nessuno che può “spiegare” cosa sia successo.

Vincenzo Casillo e Giovanna Matarazzo (luogotenente di Cutolo e rispettava compagna); Salvatore Imperatrice ed Enrico Madonna (avvocato di Cutolo)” sono tutti morti, “e infine Antonio Ammaturo, il poliziotto che aveva ricostruito il caso Cirillo in un dossier spedito al Viminale” non è stato mai più ritrovato, ha aggiunto Vecellio nel suo articolo. E ancora: “Qualcuno aveva interesse a distrarre l’opinione pubblica dal caso Cirillo e concentrarla su altro caso eclatante (…) Ci fu, in quel periodo, una interessata gestione da parte di molte di quelle notizie”, come spiega l’Huffington Post. Contro Tortora sono stati utilizzati “pentiti a orologeria”, bisognava sacrificare qualcuno perché a Napoli andavano fatti altri affari. Ecco fatto, il “venerdì nero” della giustizia.


di Eugenio Vittorio