Ritratti. La statua del mega direttore galattico torna in Regione Lazio

venerdì 7 giugno 2024


L’anno è il 1975. Esce il primo film (regia di Luciano Salce) della saga del ragionier Ugo Fantozzi, impiegato della Megaditta interpretato da Paolo Villaggio – sposato con Pina (Liù Bosisio) e padre di Mariangela (Plinio Fernando), non certo un fior di ragazza – sempre alle prese con disagi e disastri quotidiani, a cominciare dal cartellino da timbrare in tempo utile.

Una delle scene cult è rappresentata dalla partita a biliardo con il Cavalier Conte Diego Catellani (Umberto D’Orsi), che ha fatto posizionare una statua di sua madre Teresa nell’atrio dell’azienda. Adesso, quella statua torna nel palazzo della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo. Come annunciato dal governatore, Francesco Rocca: “Non sarà esposta all’ingresso come nel film ma tra il primo e il secondo piano, accompagnata da una targa, un omaggio al grande attore Paolo Villaggio, che scelse proprio quel palazzo per ambientare il primo indimenticabile film Fantozzi”.

Alla signora Teresa, versione statua, tutti e tutte dovevano renderle “servile omaggio”. Questa la decisione del mega direttore, Gran Maestro dell’Ufficio raccomandazioni, e direttore dell’Ufficio sinistri, oltre a essere grande appassionato di biliardo. E proprio la sfida a stecca tra Catellani e Fantozzi è uno dei momenti clou. Il ragionier Fantozzi prende lezioni da un inguaribile nottambulo scovato dietro indicazione di un metronotte. Invece di dire la verità alla moglie per giustificare quelle fughe serali, finge addirittura di avere una relazione extra-coniugale.

Poi ecco il match a casa del mega direttore, che rifila a Fantozzi una serie di insulti tra le risa servili dei colleghi del povero impiegato. Ma al trentottesimo “coglionazzo” e sul 49-2 di punteggio (in favore di Diego Catellani), il signor Ugo si ribella. Incontra lo sguardo di Pina e cuoce, piano piano, la sua “vendetta”: prima 11 punti, poi 12, a seguire un rinterzo a effetto con birillo centrale (5 punti), calcio a cinque sponde e 11 punti. Infine, il tiro-partita: triplo filotto reale ritornato con pallino. Punteggio finale: 51-49.

Catellani spezza la stecca, Fantozzi “rapisce” donna Teresa, che si innamora di quell’Ugo (“è il mio uomo, perdonalo”), mentre il ragioniere telefona al capo supremo: “Queste sono le condizioni per il rilascio di sua madre. Primo: un vitalizio con tredicesima per mia moglie e mia figlia; secondo: un aereo che mi porti in Libia. Ma la cosa più importante è l’aereo per la Libia”.

Ora, la statua è di nuovo a casa. Sperando che nessuno urli “prendo la vecchia!”.


di Claudio Bellumori