La carenza di pediatri

martedì 21 maggio 2024


Mancano pediatri. Numeri alla mano, secondo una rilevazione della Fondazione Gimbe, all’appello non se ne contano 827. E di questi due su tre si trovano in Lombardia, Piemonte e Veneto. Tra le altre cose, in altri territori – Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzanoogni pediatra assiste più di mille bambini. Non solo: entro il 2026 sono previsti oltre 1.700 pensionamenti. Di contro, non c’è una sicurezza sul fronte del ricambio generazionale.

Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “l’allarme sulla carenza di pediatri di libera scelta (pls) oggi è sollevato dai genitori di tutte le regioni, da Nord a Sud. Le loro testimonianze – spiega – evidenziano problemi burocratici, mancanza di risposte da parte delle Asl, pediatri con un numero eccessivo di assistiti e impossibilità di iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia, mettendo potenzialmente a rischio la salute, soprattutto dei più piccoli e dei più vulnerabili”.

Per fare luce su quale sia la portata della problematica, Gimbe mette a fuoco le criticità e le dinamiche alla base dell’inserimento dei pediatri di libera scelta nel Sistema sanitario nazionale (Ssn), oltre ad aver stimato l’entità della povertà di pls nelle regioni italiani. Sottolinea Cartabellotta: “Due aspetti fondamentali devono essere precisati: innanzitutto, le stime sulle carenze sono state effettuate a livello regionale, perché la loro reale necessità viene definita dalle Aziende sanitarie locali in relazione agli ambiti territoriali carenti; in secondo luogo, le stime sul ricambio generazionale sono ostacolate dall’impossibilità di sapere quanti nuovi specialisti in pediatria scelgono la carriera di pls”.

In base a quanto accertato dal Ministero della Salute e riportato nell’Annuario statistico del Ssn, nel 2022 – nel nostro Paese – i pediatri di libera scelta in attività erano 6.962, quindi 446 in meno rispetto al 2019 (-6 per cento). Peraltro, quelli con più di 23 anni di specializzazione sono passati dal 39 per cento nel 2009 al 79 per cento nel 2022. Commenta Cartabellotta: “Un dato che se da un lato documenta una crescente anzianità dei pls in attività, dall’altro richiederebbe stime molto precise su quanti pls potrà contare il Ssn nei prossimi anni per garantire il ricambio generazionale, evitando di creare un baratro dell’assistenza pediatrica territoriale”.

Sulla scorta delle rilevazioni della Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac), al primo gennaio 2023, 6.681 di Pls avevano in carico quasi 6 milioni di iscritti con una media nazionale di 898 assistiti per ognuno. Ammontano a dodici le regioni che oltrepassano la media di 880 assistiti (ovvero il massimale di assistiti senza deroghe) e quattro regioni vanno superano la media di mille assistiti: Piemonte (1.108), Valle d’Aosta (1.047), Provincia autonoma di Bolzano (1.026) e Veneto (1.011).

Secondo la Fondazione Gimbe, considerando accettabile un rapporto di un pls ogni 800 assistiti (valore medio tra il rapporto ottimale di 600 e il massimale con deroga di mille) e facendo leva sulle rilevazioni Sisac al primo gennaio 2023, si ipotizza una carenza di 827 pls. Con delle differenze: il 62 per cento delle carenze si concentra in tre regioni del Nord. Ossia Lombardia (244), Piemonte (136), Veneto (134). In quattro regioni – parliamo di Lazio, Molise, Puglia e Umbria – non si nota alcuna carenza, poiché la media di assistiti per pls è inferiore a 800. Osservando, perciò, il numero dei pensionamenti attesi e il numero di borse di studio disponibili per la scuola di specializzazione in pediatria, si potrebbe avanzare il dato circa la carenza di pls al 2026, anno in cui dovrebbe partire la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr.

Comunque sia, Nino Cartabellotta conclude: “Considerato che non è noto quanti specialisti pediatri intraprenderanno la carriera di pls, è impossibile stimare se per i 1.738 pls che tra il 2023 e il 2026 hanno compiuto o compiranno 70 anni ci sarà un adeguato ricambio generazionale. E se questo sarà omogeneo nelle varie regioni”.


di Tommaso Zuccai