Passaporti, emergenza rientrata

martedì 14 maggio 2024


Per mesi ci sono stati intoppi con richieste e prenotazioni. Ora tra agenda online e Poste italiane la situazione sembra essersi sbloccata. Il nuovo sistema perfezionato dal Ministero dell’Interno grazie al gruppo di lavoro istituito dal capo della polizia Vittorio Pisani e introdotto per dieci questure a marzo 2024, ha fatto registrare nel primo mese in cui è stato esteso a quasi tutte le province e i commissariati dati incoraggianti. Come riporta Il Sole 24 Ore, nel quarto mese dell’anno sono stati stampati 301.674 passaporti, il 38,1 per cento in più rispetto ai 218.443 di aprile 2023. Gli appuntamenti sull’agenda ordinaria sono saliti da 230mila a 320mila, cifra alla quale vanno aggiunti i 30mila segnati con l’agenda prioritaria e i 4500 presi con il modulo riservato a chi ha urgenza di ottenere il passaporto entro 15 giorni dalla richiesta, per un totale di 354.500 (+54 per cento).

Secondo le stime del Viminale, questo ritmo consentirebbe di raggiungere a fine 2024 la cifra record di 3,4 milioni di passaporti stampati, il 25 per cento in più rispetto ai 2,726 milioni dello scorso anno e quasi due volte di più rispetto agli 1,777 milioni del 2022 e agli 1,673 dell’ultimo anno pre-pandemia, il 2019. Tale risultato sarebbe in grado, sempre stando a quanto trapela dal ministero, di soddisfare una domanda di passaporti che, complice la ripresa dei viaggi internazionali e le difficoltà che alcuni cittadini stanno incontrando nel procedimento di richiesta della Carta d’identità elettronica (Cie), non tende a diminuire. Analizzando le singole province, il più grande balzo in avanti in un anno l’ha fatto Prato, passando dai 640 passaporti stampati di aprile 2023 ai 2004 di aprile 2024 (+213 per cento). Ottimi risultati anche per Caserta (da 1762 a 4819, +173 per cento) e Barletta-Andria-Trani (da 1015 a 2604, +156,6 per cento), mentre tra i capoluoghi di regione il risultato migliore è stato quello di Campobasso (da 447 a 985, +120,4 per cento). Tra le poche a segnare un calo c’è invece Perugia, provincia in cui sono stati rilasciati 3372 passaporti, l’11,6 per cento in meno dei 3814 di aprile 2023.

Nei primi quattro mesi del 2024 sono stati rilasciati in tutto 1,088 milioni di passaporti, il 19 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2023. In questo senso, hanno inciso soprattutto le prestazioni di Napoli (+71,6 per cento), Venezia (+44,8 per cento), Milano (28,2 per cento) e Roma (+21,9 per cento). Dati resi possibili da molte variabili, tra le quali il rafforzamento degli organici in molte questure, e che mettono una pezza sul “giro d’affari di 300 milioni per il settore” denunciato dal presidente di Assoviaggi Confesercenti Gianni Rebecchi. Per sbloccare l’imbuto nel rilascio dei passaporti sono subentrate anche le Poste. Da dicembre 2023 gli uffici postali nei comuni con meno di 15mila abitanti offrono il servizio per il rilascio dei passaporti, mentre da febbraio si occupano anche di altri documenti, anche la Carta d’identità elettronica e i servizi dell’Agenzia delle Entrate. Queste iniziative sono parte del Progetto Polis, avviato nel 2021 da Poste italiane e il Ministero dello Sviluppo economico, finanziato tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Frattanto, come scrive oggi Il Tempo, ci sarebbero alcuni politici dietro le minacce ad Andrea Di Giuseppe, il deputato di Fratelli d’Italia che, con la sua denuncia ha scoperchiato il vaso di Pandora di Passaportopoli, il giro della compravendita di cittadinanze italiane per discendenza che ha acceso i riflettori sul consolato a Caracas. Tanto che, come rivelato dal Tempo, è scattata un’inchiesta della Procura di Roma e un blitz degli ispettori della Farnesina che, insieme a carabinieri e finanzieri, hanno setacciato le pratiche lavorate dalla nostra sede diplomatica in Venezuela negli ultimi cinque mesi. Ventitré passaporti concessi sui quali potrebbero esserci delle irregolarità, tra cui quelli dell’intera famiglia di una magnate libanese vicino al regime di Nicolás Maduro. E mentre venivano effettuati degli approfondimenti, secondo quanto denunciato dal deputato di Fratelli d’Italia, qualcuno tramava alle spalle del politico. A rivelarlo a Di Giuseppe un uomo, la cui identità al momento è protetta dalle indagini. “Mi hanno detto mettiamo a posto questo onorevole perché lui non è del Venezuela e tu devi stare bene con quelli del Venezuela”, ha spiegato in due audio, allegati alla denuncia presentata da Di Giuseppe.


di Redazione