giovedì 11 aprile 2024
Il corpo umano è strutturalmente equilibrato energicamente. Lo è anche chimicamente mediante il processo di omeostasi che mantiene costante il livello di acidità del sangue. L’equilibrio energetico è tra due forze complementari e sinergiche: la polarità positiva e quella negativa. Il pensiero cinese le ha identificate nello yin e yang, rappresentando rispettivamente l’energia della Terra e quella del Sole. Il “gioco” è tutto nella polarità positiva e negativa, nello yin e yang. Le piante, le cui radici assorbono yin dalla terra; le foglie, l’energia yang del Sole. Nelle polarità c’è stabilità ed equilibrio, così, secondo il Tao, c’è armonia tra yin e yang. La vita è movimento, vale a dire il costante fluire dovuto all’intersecarsi e interagire di tali forze. La loro unione crea la vita – è il principio della riproduzione sessuale. Per i cinesi, yin e yang sono orientati sessualmente: yin è l’elemento femminile, yang l’elemento maschile. Per comprendere la polarità vale a dire questa integrazione di forze di energia si deve richiamare il concetto di due onde energetiche che ruotano una nell’altra nel movimento ed azione creativi. Nel corso dell’evoluzione, l’energia degli organismi – viventi – si è “posizionata” con la carica alle due estremità del corpo rafforzandosi fino a formare due centri: il centro superiore è diventato il cervello, quello inferiore il sistema sessuale e riproduttivo. Il centro di attività mediano è diventato il cuore, che pompa il sangue verso le due estremità del corpo collegandole energeticamente con il centro.
Negli alberi questo collegamento è assicurato dal flusso della linfa verso l’alto e verso il basso. Esso è legato e dipende da un corrispondente flusso di energia sotto forma di onde di eccitazione che attraversano l’organismo. L’equilibrio delle forze contrapposte è insito nel meccanismo della pulsazione, che è alla base della vita stessa. La pulsazione, che definisce un processo di contrazione ed espansione, è chiaramente manifesta nella respirazione, nella peristalsi, nel battito cardiaco e in altre funzioni corporee. È fondamentale per ogni organismo vivente. Nel corpo umano la pulsazione interessa non soltanto l’organismo nel suo complesso ma ogni cellula, tessuto o organo. La struttura corporea di tutti gli organismi viventi si basa su quella del verme, vale a dire un tubo dentro un altro tubo, composto di segmenti o metameri. Il tubo interno comprende il sistema respiratorio e digerente, l’esterno funge da sistema muscolare volontario. Il verme si muove quando il suo corpo è attraversato da onde di eccitazione che provocano espansioni e contrazioni nei vari segmenti che si susseguono. Lo stesso schema si ritrova anche nel movimento del cibo nel tubo interno del corpo del verme. Il corpo umano segue lo stesso meccanismo anche se ha una struttura più complessa e differenziata.
Nel corso dell’evoluzione i vari segmenti si sono fusi per formarne tre principali – la testa, il torace, il bacino – e due minori – il collo e la cintola. La fusione ha permesso a tali segmenti di sviluppare strutture altamente specializzate nei mammiferi – quali siamo. I segmenti maggiori hanno la funzione di proteggere gli organi vulnerabili situati al loro interno. Il torace, il segmento centrale del corpo, contiene il cuore e i polmoni, i due organi essenziali per la vita, all’interno della cassa toracica. La testa, oltre al naso, alla bocca e agli occhi, contiene il cervello, che dall’interno del cranio dirige l’intero corpo. All’altra estremità del corpo c’è il bacino, la struttura ossea che contiene gli organi della riproduzione e dell’eliminazione. Il collo e la cintola sono in gran parte corridoi di passaggio tra le maggiori sezioni del corpo. Sono attraversati dai nervi e dai vasi sanguigni, nonché dalle vie respiratorie e dal tubo digerente. I corridoi di passaggio danno la possibilità di flessione e di rotazione. La correlazione tra il corpo e la personalità è totale, assoluta, perché sussiste l’identità funzionale tra l’uno e l’altra.
Le esperienze di vita di un individuo strutturano il suo corpo, il quale a sua volta struttura la personalità. È in questo senso che il passato continua a vivere nel presente. Le tensioni muscolari sono una vera e propria “carta geografica” dei sentimenti che un individuo ha vissuto e che si sono riflessi nel suo corpo. Dolori lombosacrali, complicazioni sciatiche, ernia del disco sono tutte forme di rigidità che rappresentano una forma di difesa, una sorta di piccola rottura che può evolvere in una frattura profonda. Riducendo il flusso di eccitazione che attraversa il corpo, ne è ostacolata la pulsazione, limitata la respirazione con il risultato di diminuirne il livello energetico. L’individuo rigido ha una volontà forte, ma questo non è affatto un segno di buona salute. Si riesce in realtà a gioire solo grazie alla capacità di “cedere”, la volontà al contrario consente unicamente di “realizzare”. Di per sé la volontà non è un elemento insano o nevrotico, in alcune circostanze può essere financo un mezzo “salvataggio”, come lo è pure stato per l’individuo rigido. La volontà assume tuttavia un aspetto nevrotico quando è talmente strutturata e “incrostata” nel corpo da impedirgli di rinunciarvi per abbandonarsi.
Quando la scissione tra i principali segmenti non è grave, determina rigidità; quando è grave, provoca una frattura visibile tra essi. Un individuo “scisso” non ha grazia – essere aggraziato è il modo di essere naturale, il Tao – non si identifica con l’universale. La volontà sana è tutt’altro che ostinazione, l’irrigidimento è ben diverso da una rigidità permanente. In genere si considera la rigidità positiva perché produce una forza propulsiva. Siamo collettività, cioè insiemi di individui sospinti verso ciò che riteniamo “importante”, come il realizzare, l’avere successo, il “superare”. Nella vita, tuttavia, non c’è niente da “superare” se non la paura della vita stessa. E più si ha paura, più ci si irrigidisce. In genere la tensione dei muscoli dorsali è associata alla repressione della rabbia. Quando un animale si arrabbia solleva la schiena e rizza il pelo. La rabbia repressa cristallizza la tensione e diventa cronica. “Seppellendo” nel corpo i sentimenti dolorosi si sottopongono gli organi interni ad un enorme stress. Ad esempio una persona che neghi la tristezza e la rabbia di vecchia data, se associate alla prematura perdita dell’affetto, è particolarmente vulnerabile alle cardiopatie. È impossibile lottare per la salute se si è scissi dai propri sentimenti. La disperazione di fondo erode l’energia. Il corpo va acquietato per potere sentire al centro stesso del proprio essere la pulsazione che unisce la persona – l’individuo – all’universo.
Non è ancora in uso uno strumento di misurazione della “intensità” di uno stato d’animo, dell’amore o dell’odio ad esempio, ma i nostri corpi irrigiditi e fratturati, curvi e/o storti, con protuberanze e deviazioni, indicano e mostrano le paure, gli spaventi, il terrore e il dolore, la tristezza, la rabbia, l’ira, l’odio ed ogni nostro sentimento negativo. E anche positivo. Una postura ed un modo di camminare eretto lo dimostrano. Gli occhi sono “lo specchio dell’anima”. Sono gli occhi a rivelare ad esempio senza volerlo, inconsciamente, la differenza tra un sorriso genuino e una maschera. Il vero sorriso è il risultato di un flusso verso l’alto di un’onda di eccitazione che illumina il volto e fa brillare gli occhi, come quando si accende la luce in casa entrandovi. Lo sguardo assente al contrario dà l’impressione che la casa sia vuota. Il contatto oculare non è soltanto una forma di riconoscimento, ma è soprattutto il modo di stabilire un collegamento energetico con un’altra persona. Con gli occhi ci si “tocca” letteralmente. Lo si deve al fatto che, quando sono “caricati”, gli occhi proiettano un raggio energetico. Si tratta di un raggio che riescono realmente a vedere le persone sensibili all’aura che promana dal corpo umano, mentre altre ne possono avere la sensazione fisica – come quando ci si sente “guardati” da qualcuno dietro di noi, alle spalle. Gli occhi possono irradiare amore, ma anche rabbia e odio.
La pelle comunica le nostre emozioni date dalla salute, e viceversa. Dal dolore ci ritraiamo istintivamente, psicologicamente e fisicamente. Nessuno vuole vedere manifestazioni né scene penose o sgradevoli. Ove questo rifiuto diventi cronico e inconscio, esso può provocare disturbi alla vista, alla stessa sua funzionalità. La miopia ad esempio è letteralmente l’incapacità di vedere al di là del proprio naso. L’occhio miope è un occhio impaurito, l’individuo affetto da miopia tuttavia non “sa “, non sente di essere impaurito. Nondimeno la sua è paura. Se il corpo non è in armonia, la mente non è in pace. La pace della mente dipende dalla pace del corpo. Il corpo in pace non è immobile ma in continuo fluire; in esso il flusso dell’eccitazione è come un grande fiume pieno e profondo. Se nel fiume le rocce ostacolano il flusso regolare della corrente causando delle turbolenze, nel corpo la tensione muscolare – cronica– interrompe il flusso dei sentimenti e provoca conflitti e “rumore” emotivo. Tali sconvolgimenti eliminano e sottraggono la pace dalla mente. La pace della mente è il risultato della nostra armonia con noi stessi e con la natura.
di Francesca Romana Fantetti