mercoledì 21 febbraio 2024
La qualità dell’aria a Roma è un argomento di grande rilevanza, soprattutto considerando l’impatto che ha sulla salute pubblica e sull’ambiente urbano. L’analisi dei dati relativi alle Pm10, comunemente chiamate polveri sottili, fornisce un quadro importante per valutare l’inquinamento atmosferico nella città. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio (Arpa Lazio) gioca un ruolo fondamentale nel monitoraggio di questi dati e nella produzione di report giornalieri, che forniscono informazioni preziose sulla concentrazione media di Pm10 e sul numero di superamenti dei limiti critici.
A Roma, l’inquinamento da Pm10 rappresenta una delle principali cause del blocco alla circolazione, mettendo in evidenza la necessità di affrontare questa problematica in modo efficace e tempestivo. Le stazioni di monitoraggio dell’Arpa Lazio sono distribuite strategicamente in tutta la città, includendo sia le aree ad alta densità di traffico urbano (Tu) che le zone di background urbano (Bu), al fine di fornire una visione completa della situazione.
La tabella (vedi qui) confronta i valori medi della concentrazione di Pm10 espressi in μg/m3 (microgrammi a metro cubo) delle prime cinque settimane degli ultimi 10 anni. In base alla normativa, il valore medio annuale deve essere inferiore a 40 μg/m3. Certo, nell’anno le settimane sono 52 e qui presentiamo solo le prime cinque, comunque può fornire una prima idea sicuramente da aggiornare per esempio a fine febbraio e poi nei mesi successivi.
Le stazioni di monitoraggio posizionate lungo le strade ad alta densità di traffico veicolare (Tu) sono Francia, Magna Grecia, Fermi e Tiburtina. E registrano spesso concentrazioni più elevate di Pm10 rispetto a quelle situate in aree meno affollate (Bu) come Arenula, Preneste, Cinecittà, Villa Ada, Bufalotta e Cipro. Questo fenomeno evidenzia il legame diretto, ma non esclusivo, tra il traffico veicolare e l’inquinamento atmosferico, sottolineando l’importanza di misure mirate per ridurre le emissioni da parte dei mezzi di trasporto e migliorare la qualità dell’aria nelle zone più critiche della città.
L’analisi dei dati delle prime cinque settimane dell’anno degli ultimi dieci anni (dal 2015 al 2024) mostra un trend generale di riduzione delle concentrazioni di Pm10 nel tempo, seppur con variazioni significative nel breve periodo. Questo calo, seppur graduale, è un segnale positivo che indica un miglioramento complessivo della qualità dell’aria nella città di Roma nel corso del tempo. Tuttavia, è importante notare che le concentrazioni di Pm10 rimangono, a volte, al di sopra dei livelli raccomandati dalle linee guida internazionali, evidenziando la necessità di continuare gli sforzi per affrontare questa sfida ambientale in modo efficace. La stazione Tiburtina mostra la maggiore criticità.
Per comodità grafica (guarda qui) è stato calcolato il valore medio delle centraline Tu e delle centraline Bu. Sull’asse verticale è riportata la concentrazione in μg/m3 e sull’asse orizzontale il l’anno a cui si riferiscono i valori medi. Per esempio, 2024-w5 identifica il valore medio delle prime cinque settimane nell’anno 2024.
In conclusione, l’analisi dei dati delle Pm10 nella Capitale evidenzia la complessità dell’inquinamento atmosferico in una grande città urbana e la necessità di adottare misure efficaci per ridurne l’impatto sulla salute pubblica e sull’ambiente. Il monitoraggio continuo e l’analisi dei dati sono fondamentali per valutare l’efficacia delle politiche ambientali e per guidare l’implementazione di interventi mirati, volti a migliorare la qualità dell’aria e a proteggere la salute dei cittadini.
Per ridurre l’inquinamento veicolare, sicuramente, un aspetto importante viene dalla sostituzione di vecchie auto con auto più piccole e meno inquinanti. Tra queste oltre alle varie dui posti (Smart, Xev YoYo, Citroën Ami, Renault Twizy, Tazzari Zero) spicca l’italiana Dr 1.0 Ev che con una lunghezza di soli 3,2 metri ospita 4 persone.
di Fabrizio Pini