venerdì 9 febbraio 2024
“I centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi”. Al Pacino vestiva i panni di Tony D’Amato, un allenatore di football americano ritenuto sul viale del tramonto, quando in Ogni maledetta domenica – film diretto da Oliver Stone – tirava fuori dal cilindro un discorso motivazionale, che più motivazionale non si può, davanti alla sua squadra, gli Sharks. E sui centimetri, i suoi, l’attore porno italo-francese Gabriel Pontello (uno che ci ha visto lungo, in tutti i sensi, dato che ha fornito un contributo sostanziale all’ingresso nel mondo dell’hard dello stallone italiano Rocco Siffredi) ha costruito le proprie gesta in Supersex, fotoromanzo ad alto tasso erotico che tra la fine degli anni Sessanta e metà degli anni Ottanta ha rappresentato un cult del genere.
A rendere omaggio a questa pietra miliare a luci rosse è Supersex. Storia della rivista cult e del leggendario Gabriel Pontello libro di Gianni Passavini – edito da Milieu, 264 pagine, prefazione di Barbara Costa – ossia l’esegesi di un prodotto che, quando non c’era Internet, scaldava i motori degli adulti e anche del plotone di giovani con l’ormone su di giri. Tra un capitolo e l’altro, ecco Supersex, l’alieno giunto dal pianeta Eros, che – povero lui – è piombato sulla Terra. A quel punto, doveva sopravvivere. Per farlo, occupava il posto di un uomo. Che, a sua volta, diventava oggetto del desiderio per il gentil sesso. Con tutti gli annessi e connessi, fino al grido enunciato al culmine dell’orgasmo: “Ifix Tcen Tcen!”.
Pontello, faccia del tipo della porta accanto però – come è facile intuire – con qualcosa in più, era una sorta di eroe per chi, ancora acerbo sull’annosa questione dei rapporti con le fanciulle, cercava risposte che difficilmente riusciva ad avere in casa. Dopotutto, certi temi, in linea di massima, erano tabù nel secolo scorso in un contesto di focolare domestico. Certo, materiale letterario misto a baggianate non mancava nella comitiva di amici, ma qui il più delle volte la fantasia superava persino la realtà terra-terra. I dialoghi e la copertina a colori (vedi foto a lato) facevano il resto.
Per chi ancora non era maggiorenne, sfogliare Supersex – che inevitabilmente ha segnato un’epoca – era impresa ardua. E quando compariva dentro qualche zaino, prendeva corpo un arrampicarsi sugli specchi di bassa lega (“me l’ha prestato uno, che conosce coso, che l’ha avuto da quello che vedi sempre là”). Insomma, calava un velo di mistero. Un mistero che, comunque, dava un brivido difficilmente ripetibile.
“Sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La differenza fra vivere e morire”. Così diceva Tony D’Amato, così contavamo le prestazioni di Pontello. Che, al proprio segnale, scatenava l’inferno. Come solo lui sapeva fare. “Ifix Tcen Tcen!”.
di C.B.