mercoledì 31 gennaio 2024
Alla fine del 2023 il premier britannico, Rishi Sunak, ha annunciato l’emanazione di una legge che vieta in Inghilterra e Galles la detenzione di cani American bully Xl. Questa razza ha avuto origine negli Stati Uniti, alla fine degli anni Ottanta, da incroci di cani come Pit bull terrier e American staffordshire terrier, con lo scopo di essere impiegati nei combattimenti. I Pit bull terrier furono proibiti nel Regno Unito già nel 1991, successivamente a segnalazioni e avvenimenti di attacchi. Vietare specifiche razze di cani all’interno di un Paese o di un territorio non è un avvenimento così inusuale. Oggi sono tanti gli Stati che, nel corso degli anni, hanno stabilito di mettere al bando determinate razze. Tra questi proprio il Regno Unito è già in possesso di una lista, denominata “Dangerous Dogs Act” (in vigore dal 1991), nella quale sono presenti le seguenti razze: Tosa, American pit bull terrier, Dogo argentino e Fila brasileiro.
Oggi, a distanza di 32 anni, si prepara ad aggiornare l’elenco dei cani ritenuti pericolosi, e quindi illegali nel Paese, inserendo gli American bully Xl. Da domani diventerà illegale detenere un Bully Xl in Inghilterra e in Galles, a meno che i proprietari non siano in possesso di un certificato di esenzione da richiedere al tribunale e rilasciato solo dopo successive verifiche fatte sul carattere e comportamento del singolo cane. Già dal 31 dicembre scorso erano state emanate delle direttive sulla detenzione di questi cani, obbligando i proprietari a rispettose – e rigorose – regole. Inevitabili sono state le manifestazioni avvenute in piazza da parte dei proprietari e delle organizzazioni come il Royal Kennel Club, la Blue Cross e la Rspca (Royal society for the prevention of cruelty to animals), che promuovono il benessere degli animali e sostengono che i cani dovrebbero essere giudicati in base alle proprie azioni indipendentemente dalla razza.
Il Governo britannico per disincentivare i possessori a continuare a detenere questi cani, richiedendo il certificato di esenzione, ha dichiarato di risarcire i proprietari che decidessero di sopprimere il proprio cane con un indennizzo di 200 sterline. Il rapporto uomo-cane è una delle relazioni uomo-animale più antiche. Nel corso della storia l’uomo, sia per necessità di lavoro che per scopi ludici, si è concentrato sulla selezione di determinate caratteristiche che hanno portato poi alla distinzione di determinate razze. A oggi, nel mondo sono presenti circa 400 razze di cani con caratteristiche genetiche definite. Spesso l’inconsapevolezza dell’uomo porta alla detenzione di razze, come l’American bully Xl, selezionate storicamente per determinati scopi, senza avere coscienza e conoscenza della tipologia di animale che si possiede. Ciò può causare, attraverso negligenza e inconsapevolezza da parte dei proprietari, delle situazioni di pericolosità per la propria e l’altrui incolumità.
L’inconsapevolezza delle caratteristiche genetiche del cane da parte del proprietario è il problema più grande. Ma l’interrogativo che ci potremmo porre è: quali motivazioni spingono un individuo ad acquistare e possedere un cane dalle qualità caratteriali complesse, senza avere le capacità per detenerlo? Quale tipo di frustrazione si è impadronita della persona che vede nel possesso e nell’ostentazione di un cane, nato per combattere, un punto capace di accrescere il proprio profilo o status? Sono molti i fatti di cronaca che, continuamente, testimoniano situazioni con vittime aggredite da questa tipologia di cani. Potremmo affermare che questi soggetti non hanno coscienza di ciò che possiedono.
Però, in realtà, la responsabilità di certi drammi non è del cane ma del possessore dell’animale, che denota una pericolosità incommensurabilmente maggiore di un animale “costruito” geneticamente per interagire con l’essere umano solo, e parzialmente, in un contesto di sfida. O comunque dalle caratteristiche comportamentali particolarmente forti.
di Domiziana Fabbri