giovedì 21 dicembre 2023
Sorprende una recente nota dell’Organizzazione mondiale della sanità in tema di sigarette elettroniche. Secondo il Mohre, l’Osservatorio per la riduzione del danno in medicina, si tratta di un allarme mirato sulle percentuali in aumento del fumo elettronico nell’ambito giovanile e sulla preoccupazione relativa alla dipendenza da nicotina. I dati sui consumi giovanili sono presentati in maniera allarmistica, disgiunti dai consumi del fumo combusto nell’ambito della stessa popolazione giovanile e lontana dall’attuale contesto scientifico. “Come direttore scientifico di un Osservatorio sulla riduzione del rischio siamo sorpresi che un ente come l’Oms esprima opinioni che prescindono dallo stato attuale delle ricerche” sottolinea il dottor Fabio Beatrice, primario emerito. “Il comunicato dichiara l’intento di voler proteggere bambini, giovanissimi e non fumatori dalla dipendenza da fumo, ma omette i 7 milioni di morti che ogni anno si verificano nel mondo maturano esclusivamente tra coloro che fumano le normali sigarette”.
“Sembra una scorciatoia per non prendere atto dei dati scientifici che ci dicono come la e-cig non è una porta di accesso al fumo combusto ma una exit strategy dalle sigarette tradizionali” sottolinea la dottoressa Johann Rossi Mason, direttore del Mohre “i divieti non sostituiscono politiche reali e concrete per tenere i giovani lontani dal fumo, che in molti casi è una fase tipica dell’esperienza adolescenziale. Bisogna lavorare sui ragazzi per far capire che non esiste un fumo sano, senza chiudere la possibilità di cessazione totale o parziale ai forti fumatori di lungo corso. I prodotti devono essere disgiunti dalle politiche di accesso”.
“E lo scorso 13 dicembre il Parlamento europeo ha adottato nel corso della sessione plenaria a Strasburgo il Rapporto sulle malattie non trasmissibili (Ncd) assumendo un rafforzato sostegno da parte del Parlamento europeo alla riduzione del danno che ci si aspetta sia preso in considerazione nella revisione della Tpd. Il rapporto si è concentrato su 5 punti fondamentali tra cui il Sostegno alla riduzione del danno, e la valutazione dei rischi relativi all’uso di sigarette elettroniche, prodotti del tabacco riscaldato e altri nuovi prodotti del tabacco, rispetto ad altri prodotti del tabacco sino al riconoscimento delle sigarette elettroniche come via per smettere di fumare” conclude Mason. L’affermazione che “non è stato dimostrato che le sigarette elettroniche come prodotti di consumo siano efficaci per smettere di fumare” è sconfessata da una recente revisione Cochrane (la più accreditata fonte scientifica internazionale indipendente) che ha esaminato 40 studi randomizzati con un totale di 22.052 partecipanti, concludendo che vi erano prove di alta certezza che le sigarette elettroniche con nicotina aumentavano i tassi di cessazione rispetto alla nicotina dispensata in formato farmacologico.
Il 12 settembre 2023 è stata pubblicata una ulteriore revisione Cochrane che prova che le sigarette elettroniche ed alcuni farmaci come la vareniclina e la citisina (strumenti all’interno delle linee guida internazionali per la cessazione del fumo) dimostrano le stesse probabilità di aiutare le persone a smettere di fumare. Ma con un vantaggio competitivo a favore della e-cig: secondo la revisione, per ogni 100 persone, è probabile che da 10 a 19 smettano di fumare usando la sigaretta elettronica; da 12 a 16 utilizzando vareniclina; e da 10 a 18 utilizzando la citisina. In sostanza, e lo scriviamo per i non addetti ai lavori, la sigaretta elettronica si dimostra parimenti o più efficace dei maggiori farmaci indicati nelle linee guida internazionali per sostenere la cessazione.
Nel febbraio 2023, la prestigiosa rivista Nature Medicine, oltre a confermare che sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti l’uso di sigaretta elettronica si associava un aumento della cessazione del fumo del 10-15 per cento, dimostrava che i fumatori che svapavano frequentemente avevano una probabilità significativamente maggiore di smettere di fumare rispetto ai fumatori che non svapavano. Anche i Cdc americani riferivano che era più probabile che i fumatori utilizzassero sigarette elettroniche nei tentativi di smettere rispetto a qualsiasi altro prodotto, compresi i farmaci per smettere di fumare approvati dalla Food and Drug Administration (Fda) statunitense. L’esperienza dell’uso dello snus (il tabacco orale in bustine) in Svezia dimostra che la strategia di spostare la dipendenza dalla nicotina su un prodotto senza combustione determina una forte riduzione proprio del fumo combusto, insieme al crollo della incidenza del cancro al polmone.
di Redazione