Shein, il plagio nel design

lunedì 18 dicembre 2023


Immaginate di essere un giovane imprenditore, di aver fondato con i vostri amici e colleghi un brand di abbigliamento. Ecco, ora immaginate che le cose vadano bene, che i vostri vestiti vengano indossati da influencer e cantanti, oltre ad essere venduti in tutto il mondo. Infine, immaginate di svegliarvi, un giorno, e scoprire che Shein – il colosso dell’abbigliamento di serie che vende abiti alla moda a prezzi stracciati – ha letteralmente rubato il design di un vostro prodotto. È quello che è successo ad Heartbreak Hotel, un brand di streetwear nato dalla mente di alcuni giovani creativi di Roma sud. Dario Del Giovane, 25 anni, è il co-fondatore del marchio d’abbigliamento e accessori. Lavora insieme ad altri quattro soci, e ha scoperto questo plagio grazie alla segnalazione di un amico che stava navigando sul sito di Shein e ha notato la malefatta.

È la prima volta che sente parlare di Shein che ruba” design ad altri brand?
Ne avevo già sentito parlare, avevo visto qualche video, letto qualche post, però non ne avevo avuto esperienza in prima persona. Ci siamo accorti del plagio grazie a un amico di uno dei miei soci, che gli ha mandato lo screenshot di una felpa uguale alla nostra. Poi, tramite le parole chiave che vedevo sulla foto sono andato cercare sul sito di Shein e pian piano ho trovato il prodotto in questione.

Quali sono, se ci sono, le differenze tra il vostro design, quello originale, e il loro?
Il loro prodotto è completamente identico al nostro, e le foto sul sito sono le stesse che noi abbiamo. Noi abbiamo chiesto a un influencer (Aader, su Instagram @aader.arch, ndr.) di fare questo shooting, e naturalmente abbiamo pagato il servizio. Quindi Shein ha preso delle foto senza permesso e le ha utilizzate per rivendere il prodotto. Poi, sul loro sito hanno leggermente modificato la felpa. In primo luogo, hanno cancellato Heartbreak Hotel, il nome del nostro brand, e ci hanno sovrapposto la parola chromaticity. Inoltre, hanno aggiunto delle varianti di colore, tre in più della nostra, in totale quattro. La cosa strana, poi, è che sul retro della nostra felpa c’è una scritta che recita I’m blue today; quindi, “sono giù di morale” in inglese. Appunto per essere coerente con il blu, unico colore in cui il prodotto originale è disponibile. Infine, Shein ha anche tolto, editando le foto, la parola “I’m” dal prodotto. Non so se sia stato per ragioni legali o per una decisione “creativa”.

E adesso cosa volete fare in merito a questo plagio? Quali sono i prossimi step di Heartbreak Hotel?
Onestamente, penso che non ci sia molto da fare. Il nostro non è un marchio registrato, e non so come questo possa influire sulla possibilità di farci valere legalmente e di essere ascoltati. Forse con un marchio registrato si potrebbe fare qualcosa, e comunque ho intenzione di sentire a breve il nostro avvocato. È una cosa su cui ancora non sono completamente informato. Da parte di Shein c’è stata malizia nel prendere un design già creato, il prodotto intellettuale di una produzione creativa di un brand indipendente e non registrato. Quindi, consapevoli di questa cosa, hanno preso il prodotto e lo hanno modificato, ed è un po’ triste, secondo me, che un brand che ha così tante possibilità, così tanta forza economica si riduca a fare questi giochetti quando potrebbe tranquillamente avere una sua produzione creativa.

Ad avvalorare la tesi di Del Giovane, è il recente articolo del The Guardian a proposito di alcuni creatori che si sono visti “soffiare” i loro progetti da sotto il naso, sempre dal malefico colosso dell’abbigliamento. Tre designer indipendenti negli Stati Uniti hanno sporto denuncia contro Shein, mentre altri – come Tracy Garcia, una stilista di New York – ha portato la sua battaglia sui social network. Il gigante della fast fashion, per chi se lo fosse scordato, era finito poco più di un’anno fa nell’occhio del ciclone, a causa dello sfruttamento dei suoi dipendenti nelle fabbriche. Con il 92,5 per cento di micro plastiche contenute nei suoi capi di abbigliamento (come spiegato dal Corriere della Sera), Shein non nuoce solamente alla piccola imprenditoria, ma anche alla salute del pianeta e dei suoi abitanti.


di Edoardo Falzon