Influencer prendi e porta a casa

lunedì 18 dicembre 2023


La vicenda del pandoro Balocco, che rischia di travolgere la sfolgorante carriera da influencer delle buone intenzioni – di cui come è noto è lastricata la via dell’inferno – di Chiara Ferragni appare, secondo un celebre detto di Ennio Flaiano, “molto grave ma purtuttavia non è seria”. Non è seria innanzitutto per l’estrema ambiguità con cui il messaggio promozionale, con tanto di spot e cartellino, è stato presentato al grande pubblico. Secondo quanto riporta un articolo di Fanpage, i responsabili dell’azienda dolciaria avrebbero inviato al team della stessa Ferragni la seguente proposta per un comunicato stampa: “Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto e apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva realizzata in collaborazione con Chiara Ferragni: il Pandoro “#PinkChristmas”. Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.

Ma per rendere ancora più esplicito il messaggio, palesemente ingannevole secondo l’Antitrust e non solo, i collaboratori della moglie di Fedez aggiunsero alcuni elementi, tra cui il macchinario che in realtà fu oggetto di una precedente donazione di 50mila euro da parte della società Balocco. Questa la parte modificata che fu poi pubblicata nel citato comunicato stampa: “Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”. D’altro canto, a parziale giustificazione del cinismo dimostrato dalla stessa Ferragni e dal suo folto staff – visto che stiamo parlando di ben due società che curano l’immagine della donna – non è la prima volta che vengono alla luce scandali e scandaletti legati all’industria sempre attiva della beneficenza, dove spesso si è scoperto che chi sosteneva una certa causa meritoria non lo faceva gratis e neppure per quattro spiccioli.

Vi è anche da dire che la proliferazione di spot radiotelevisivi che chiedono quattrini per i motivi più nobili è impressionante. E bene che vada, essendomi fatto una certa esperienza del mondo d’oggi, ho la sensazione che buona parte dei proventi raccolti in molte di queste iniziative servano a pagare gli stipendi e gli emolumenti di chi fa parte attiva delle medesimo organizzazioni benefiche. Tant’è che, così come pare sia accaduto nel pasticciaccio brutto di un pandoro venduto a quasi tre volte il prezzo di listino, nell’ansia di aiutare il prossimo si corre il rischio di sostenere un po’ troppo la causa e le casse dei benefattori. In questo senso, modificando l’imperativo di una celebre pubblicità della birra di Renzo Arbore, l’unico consiglio che mi sento di dare è il seguente: “Diffidate gente, diffidate!”. Anche perché, come è noto, da qualche millennio, i santi stanno rigorosamente in Paradiso.


di Claudio Romiti