I rimandati e i preparati

mercoledì 6 dicembre 2023


L’Italia, secondo quanto merso dall’indagine Ocse Pisa, è il Paese con la maggiore differenza tra ragazze e ragazzi in termini di apprendimento della matematica, dove gli studenti hanno sorpassato le studentesse di 21 punti. Una differenza, questa, è la più elevata in assoluto tra tutti i Paesi partecipanti. Al contrario, in lettura, le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore ai ragazzi di 19 punti. Confrontando il ciclo precedente, tali differenze sono rimaste sostanzialmente stabili.

Nello specifico, le aree del Nord-Italia hanno punteggi superiori a quelle del Sud in matematica, lettura e scienze. Il gap tra studenti più bravi (10 per cento degli studenti con punteggi più alti) e meno bravi (10 per cento dei punteggi più bassi) è simile tra le aree geografiche, corrispondendo a circa tre livelli di competenze.

Più dell’80 per cento degli studenti delle aree del Nord si piazzano al livello 2, quello minimo di competenze, o superiore, in matematica, lettura e scienze. Nelle zone del Meridione, gli studenti che si sono collocati nel livello 2 o superiore sono poco più del 60 per cento in scienze, quasi il 70 per cento in lettura e circa il 55 per cento in matematica. Nel Nord-Ovest, invece, più del 10 per cento dei ragazzi si è collocato nella categoria dei top performer in matematica. Nelle aree meridionali, per la cronaca, la percentuale di questi studenti è di circa il 3 per cento. Rispetto alle tipologie d’istruzione, i licei hanno raccolto punteggi medi superiori agli altri tipi d’istruzione in tutti e tre gli ambiti. Dopodiché, gli istituti tecnici e l’istruzione e formazione professionale. Questi ultimi due hanno registrato un rendimento simile; inoltre, in questi due gruppi la distanza tra gli studenti nella fascia più alta di punteggio e quelli nella fascia più bassa è risultata più contenuta rispetto a quanto si è osservato nei licei e negli istituti tecnici. Nei licei e negli istituti tecnici, in matematica, lettura e scienze, oltre di due terzi degli studenti hanno raggiunto il livello base o superiore di competenza. Con percentuali vanno da un minimo del 67 per cento negli istituti tecnici in matematica, a un massimo del 90 per cento nei licei in lettura. Negli istituti professionali e nella formazione professionale, tra l’altro, la percentuale di questi studenti va da un minimo del 36 per cento in matematica a un massimo del 52 per cento in lettura.

A seguire, in Italia il 39 per cento degli studenti quindicenni ha fatto sapere che il proprio istituto scolastico è stata chiusa per tre mesi al massimo (la media Ocse è del 49 per cento). La maggior parte degli studenti ha sentito i docenti disponibili per una richiesta di aiuto (media Italia: 63 per cento; media Ocse 67 per cento) e non hanno riscontrato problemi ad avere un supporto per i compiti scolastici (media Italia 77 per cento; media Ocse 76 per cento). L’11 per cento (media Ocse 13 per cento) dei ragazzi ha ammesso di essere stato contattato quotidianamente, o quasi da qualcuno della scuola, per informazioni su come si sentivano. Insomma, in Italia pare ci sia stato un minore contatto diretto con i docenti durante la pandemia rispetto ad altri Paesi. “Alla luce degli esiti dell’indagine rileviamo la tenuta complessiva del sistema e alcuni specifici punti di forza dei nostri studenti, in particolare il pensiero critico”: così il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che prosegue: “Grazie ai fondi del Pnrr e dell’Agenda Sud, quest’ultima destinata principalmente al miglioramento dei dati Invalsi, le scuole hanno la possibilità di iniziare a invertire il trend negativo, investendo nella formazione specifica del personale scolastico e nel superamento del modello della didattica trasmissiva. È un’occasione decisiva – sottolinea – per riqualificare il nostro sistema educativo, per contrastare con più efficacia la dispersione scolastica e i divari di apprendimento, per formare nuove generazioni di cittadini che, oltre a realizzarsi come persone, siano anche dotati di competenze adeguate al mercato del lavoro di domani”.


di Redazione