venerdì 10 novembre 2023
La vita di ciascuno, che sia politica, sociale ed economica si svolge in compagnia di tutti gli altri. Siamo tutti insieme in un mezzo di trasporto che non ci soddisfa molto, al momento. Si sente, quasi palpabile la rabbia di dover effettuare questo viaggio tutti insieme. Ma è una rabbia mal riposta. O meglio, mal direzionata. Non tempestiva. Vittorio Emanuele Parsi ha coniato una bella definizione per i sistemi democratici. Per lui le democrazie sono “il sistema più gentile per governare”.
L’idea della gentilezza è originale ed allo stesso tempo efficace per disegnare l’essenza della nostra vita quotidiana. Ovviamente, alla gentilezza ci si può abituare. Un energumeno potrebbe addirittura approfittare della gentilezza altrui per schernirla, all’occorrenza. È un tema caldissimo che riguarda tanto la gestione della vita privata nostri affari personali, del proprio Paese, ma anche di quelli internazionali.
L’Italia è stato sicuramente un Paese gentile, nonostante tutti i suoi travagli. Abbiamo sfiorato la guerra civile almeno tre volte, dal 1943 al 2000. Ma non siamo mai arrivati a tanto. La gentilezza delle istituzioni ha avuto la meglio. È stato trovato, cioè, un accordo pacifico. Da quando lo spettro della crisi istituzionale è sparito, lo Stato ha cominciato immediatamente ad essere scalato con piglio meno gentile. Come quegli energumeni che pretendono di approfittare della gentilezza altrui.
A quella protervia, hanno risposto non le gentili organizzazioni intermedie, ma la protervia delle organizzazioni quasi criminali e criminali vere e proprie. Il risultato è stato una ulteriore riduzione di gentilezza. Fino ad avere gli attuali poteri senza quasi controllo e bilanciamento. Il rischio dell’arroganza, opposto alla gentilezza, può essere drammatico. Cosa accade quando gli arroganti si moltiplicano?
L’equilibrio dei poteri si sposta verso la forza. E allora c’è chi chiede sempre maggiore forza per contrastare l’arroganza che dilaga e ancora la moderazione istituzionale diventa sempre meno gentile. Il risultato è collaborare coi nemici della gentilezza.
Se gentilezza equivale a democrazia, istituzioni parlamentari funzionanti, magistratura indipendente e libera da interessi privati, forze di polizia autorevoli e ben accette, l’assenza di gentilezza è l’arbitrio, l’offesa, l’abuso di potere e persino la vigliaccheria del potere che si assoggetta ai voleri delle mafie che tolgono la maschera e diventano istituzione. Se il gioco non è più gentile, che bisogno hanno le mafie di nascondersi?
Il principio della gentilezza va usato contro la tassazione eccessiva, la magistratura che perde credibilità, le forze di pubblica sicurezza demotivate, la conquista del potere con metodo mafioso degli aggregati che si ritengono potenti e al di sopra di tutti. Il compito istituzionale dei gruppi dirigenti è farci tornare alla capacità di risolvere le crisi con gentilezza e grande efficacia. Le cose vanno di pari passo.
Nelle stazioni e negli aeroporti dovremmo chiedere di inserire l’annuncio: “I signori passeggeri sono pregati di chiedere gentilezza alle istituzioni”.
Altrimenti ci arrabbiamo.
di Claudio Mec Melchiorre