lunedì 23 ottobre 2023
Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti. Gli esperti parlano di dieci anni rimasti per ridurre le emissioni e invertire il degrado degli ecosistemi prima che la crisi ambientale risulti irreversibile.
Negli anni, i tentativi da parte dell’uomo di contrastare il climate change non sono mancati ma, come spesso accade, a volte è la natura stessa a darci una mano. Un esempio? Il bambù, che con oltre 30 milioni di ettari sparsi in tutto il mondo si sta rivelando una risorsa naturale sempre più preziosa.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il bambù non cresce esclusivamente nelle zone tropicali e subtropicali dell’Asia, di cui è originario. Grazie alle sue elevate capacità adattive e alla sua rapidità di crescita, il bambù è sempre più coltivato anche in Italia. Un esempio? Il bambuseto di Forever Bambù di Trezzo sull’Adda.
La pianta, come è stato ampiamente dimostrato, non solo riduce in maniera significativa l’inquinamento atmosferico (assorbe il 35 per cento in più di Co2 rispetto a un albero equivalente) ma, grazie all’approccio biologico e biodinamico utilizzato dalla realtà Forever Bambù, migliora anche la vitalità del terreno circostante, favorendo l’aumento della biodiversità senza alterare gli ecosistemi originari.
Un vegetale straordinario, dai molteplici usi, un materiale versatile, resistente, rinnovabile ed ecologico, in grado di sostituire le plastiche inquinanti nella produzione di moltissimi oggetti d’uso comune. Per contribuire attivamente alla riduzione della Co2 nell’atmosfera e aiutare le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale, Forever Bambù ha avviato Forever Zero Co2, un’iniziativa che permette alle organizzazioni di azzerare la propria impronta carbonica finanziando la piantumazione di nuovi bambuseti su tutto il territorio italiano.
Una risorsa naturale eco-friendly, quella del bambù, dai mille vantaggi, nonché un gigante alleato nella lotta al cambiamento climatico.
(*) Presidente di Ripensiamo Roma
di Donato Bonanni (*)