Libertà di stampa in calo nel mondo

venerdì 13 ottobre 2023


In calo nel mondo la libertà di stampa, con 31 Paesi ritenuti in una “situazione molto grave”. Lo rileva il rapporto annuale 2023 World Press Freedom Index pubblicato da Reporters sans frontières in occasione della giornata mondiale dei media promossa dall’Unesco. L’Italia è piazzata al 43° posto davanti agli Stati Uniti, mentre tra i Paesi più virtuosi il primo posto spetta, da sette anni consecutivi, alla Norvegia, seguita dall’Irlanda e dalla Danimarca. Il peggiore Paese dell’Unione europea è la Grecia posizionata al 107° posto su 180 presi in considerazione. È stato reso noto che il Servizio nazionale d’intelligence greco spiava decine di giornalisti. Secondo il rapporto, l’anno nero per i giornalisti e la libertà di stampa è stato il 2022, quando sono stati uccisi 86 reporter. Numero che fa salire, dal 1993, a 1.582 i morti di quanti esercitano la professione e lavorano per informare i lettori e i cittadini delle vicende mondiali, comprese le guerre e le lotte tra le popolazioni. A questi vanno aggiunti migliaia di casi di aggressioni, di feriti, minacciati a causa della loro attività.

C’è, inoltre, un nuovo fenomeno: gli attacchi di odio e le campagne di denigrazione messe in atto sui social e online. I pericoli dell’era digitale, che ha cambiato il panorama delle notizie, sono in crescita. Internet, infatti, ha aperto certamente nuovi canali d’informazione e d’espressione, ma ha anche messo a disposizione un fertile terreno per le fake news, la disinformazione sistematica, le campagne per propagandare teorie cospirative e quindi di distorsione della verità. Il tutto molto più velocemente di un tempo non lontano. Dal rapporto si apprende che la Cina viene definita “il più grande carceriere di giornalisti nel mondo”, seguita dal Vietnam e dalla Corea del Nord. Un preoccupante arretramento la libertà di stampa l’ha fatta in India, classificato in negativo al 16° posto, e la Tunisia. Ci sono alcuni Paesi che hanno migliorato, seppur di poco, la loro posizione negativa.

In genere, il calo della libertà dei media dipende dall’aggressività di molti governi autocratici e di alcuni Stati considerati democratici ma di manica larga nei confronti di campagne di disinformazione e di propaganda. Secondo il report di World Press Freedom i progressi tecnologici stanno consentendo ad alcuni governi ed esponenti politici di “distorcere la realtà, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione. Pericoli arrivano anche dall’uso distorto dell’Intelligenza artificiale che aiuta l’industria della disinformazione diffondendo contenuti manipolativi su vasta scala, violando i principi di rigore e affidabilità dei media”.

Nella giornata mondiale della libertà di stampa si è pronunciato anche Papa Francesco, che ha sottolineato “il ruolo fondamentale che l’attività giornalistica rappresenta per il benessere della collettività. La libertà di stampa è un indice dello stato di salute di un Paese”. Tra i cinque giornali più autorevoli del mondo, al primo posto è inserito, in una delle ultime statistiche delle agenzie specializzate, L’Osservatore Romano, organo del Vaticano, seguito dal francese Le Monde, al terzo posto l’americano New York Times, fondato nel 1951 e che ha vinto 101 premi Pulitzer, il londinese The Times fondato nel 1785, il tedesco Bild-Zeitung, uno dei primi a utilizzare il formato tabloid. L’Italia sta recuperando posizioni nella classifica mondiale, ma deve fare ancora molti passi avanti. La debolezza della stampa trova riscontro nello scarso consenso dei lettori.


di Sergio Menicucci