“Avanti popolo” di Rai 3 lontano da “Cartabianca”

giovedì 12 ottobre 2023


Indietro tutta. E non Avanti popolo. La nuova scommessa di Rai 3 è partita con un flop. Il talk-show di Nunzia De Girolamo, ex parlamentare campana della destra, approdata alla conduzione di trasmissioni come Ciao maschio e Estate in diretta, si è fermato al 3,6 per cento di share e 574mila spettatori. Presente in studio un pubblico di cento persone (quanto è costato il rimborso delle spese di partecipazione per cena e pernottamento?). Alla prima puntata, De Girolamo ha scelto di partire con gli aggiornamenti della “guerra in Israele”. Inevitabile per un programma che vuole essere “più personale, intimo, a tratti informale”? Forse no. Anche perché da sabato la Rai, con tutti i telegiornali, giornali radio, Rai News 24 si è occupata della tragedia dell’attacco palestinese e della reazione degli israeliani. Anche il secondo argomento affrontato, il reddito di cittadinanza, era come si dice “fuori sintomo” o meglio, superato dai dibattiti politici delle settimane precedenti. La ciliegina degli errori è arrivata con l’intervista al marito, il capogruppo al Senato del Partito democratico. Un caso di evidente conflitto d’interessi? Nunzia De Girolamo che è una donna sincera e franca non ha nascosto nulla al pubblico a casa. “Sono stata ministra per il centrodestra, come è vero che sono sposata con un uomo del Partito democratico. Ma come tutto ciò che ho fatto nella mia vita, l’ho fatto alla luce del sole e in modo assolutamente trasparente”.

Il problema allora è dei vertici dell’azienda di Viale Mazzini. La domanda è: se c’era necessità di sostituire Cartabianca dell’ex direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer occorreva non far correre il rischio di un fallimento a un esordio non collaudato in una prima serata quanto mai complicata come quella del martedì. In questo inizio di stagione tivù era opportuno analizzare meglio i cambi di conduzione che hanno caratterizzato l’offerta Rai, anche se non è facile analizzare in via prioritaria. Cartabianca è diventa È sempre Cartabianca su Rete 4, Giovanni Floris è passato a La7 con la stessa linea editoriale, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto di Che tempo che fa hanno lasciato la Rai attratti dai compensi di Discovery. A Rai 3 dell’eredità di Angelo Guglielmi (la tivù verità nel senso di raccontare la realtà così com’è, portata avanti poi da Michele Santoro e Giovanni Mantovani) sono rimasti tre programmi che continuano ad avere consensi: Chi l’ha visto?, condotto da Federica Sciarelli, che si avvia alla pensione come Giovanna Botteri, Report di Sigfrido Ranucci, che ha ereditato la conduzione da Milena Gabanelli nel 2017 e ora, con 40 minuti in più e PresaDiretta di Riccardo Iacona e Cristina De Ritis. I tre programmi d’inchiesta giornalistica rappresentano un pezzo dell’identità della Rete che dal 1979 era stata appaltata, in un accordo con la Dc di Biagio Agnes e del Psi di Enrico Manca al Pci di Antonio Tatò e Walter Veltroni.

Il nodo della Rai di oggi, dopo il patto del maggio 2023 tra FdI e M5s per il nuovo Cda e la nomina di alcuni direttori, è quello delle produzioni. Allarme lanciato da Giancarlo Leone, presidente dell’Associazione produttori audiovisivi e per oltre 30 anni ai vertici dell’azienda di Viale Mazzini. L’altra questione sono le scelte dei vari responsabili delle trasmissioni. Si ha l’impressione che ognuno faccia come gli pare ed ecco il caso dell’invito al medico No vax Massimo Citro sospeso dall’Ordine dei medici da parte dell’ex presidente tra il 2018 e il 2021 Marcello Foa, responsabile della trasmissione di Radio1 Giù la maschera e indotto a una “puntata riparatoria”.


di Sergio Menicucci